NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 2 giugno 2017

Guareschi e la Repubblica: riflessioni sul 2 giugno

“Perché sono monarchico? Per ragioni storiche, per ragioni sentimentali, per ragioni pratiche. Per me, un presidente di Repubblica è sempre una persona espressa da un partito e non riuscirò mai a considerarlo al di sopra delle parti. Non potrò mai ascoltare la sua voce come quella della Patria” (Giovannino Guareschi).


Ero riuscito a superare indenne il 25 aprile, una festa che ogni anno mi ricorda che «per un italiano combattere contro avversari politici italiani è sempre una cosa più simpatica”, ma ecco che, anche quest’anno – puntuale come l’influenza in inverno –spunta il 2 giugno, festa della Repubblica.
                La logica di queste due feste laiche è sempre la stessa: dividere il popolo italiano. E lasciatemelo dire: chi ha pensato di festeggiare queste ricorrenze doveva essere un fesso. Il popolo di una Nazione, se vuol combinare qualcosa, deve essere unito per puntare ad un obiettivo comune. Condiviso da tutti.
È il 2 giugno e, come ogni anno, non festeggerò perché la mia bandiera è un’altra. È quella di Giovannino Guareschi e della maestra Cristina: quella verde, bianca e rossa, ma con i quattro quadratini rossi in mezzo, che formano una croce.
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https://www.radiospada.org/2013/06/guareschi-e-la-repubblica-riflessioni-sul-2-giugno/

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