NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 26 febbraio 2019

Intervista al coordinatore provinciale dell’Unione Monarchica, Stefano Papa





Fino al 1946 l’Italia fu una Monarchia costituzionale basata sullo Statuto Albertino. Il Re d’Italia rappresentava il vertice dello stato e la titolarità della Corona si trasmetteva ereditariamente per successione dinastica. In seguito delle conseguenze storiche legate al militarismo del periodo fascista e del coinvolgimento della Monarchia, il referendum del 1946 – ancora oggi discusso e contestato sia da numerosi studiosi sia dai gruppi monarchici – trasformò la forma giuridica dello stato da Monarchia costituzionale a repubblica democratica. Di conseguenza lo Statuto Albertino fu sostituito dalla Costituzione, che ora rappresenta la legge suprema dello stato italiano.
Al contrario di quanto si possa immaginare, in Italia sono in tanti a pensare che la profonda crisi della politica e delle istituzioni sia dovuta prevalentemente alla forma giuridica dello stato. Per costoro la Monarchia costituzionale rappresenta una visione alternativa, ma più efficace, della forma repubblicana dello stato. Insomma, la Monarchia è un modello di stato che ancora oggi piace non soltanto agli ottantenni nostalgici di casa Savoia, ma unisce persone di tutte le generazioni.
Sul tema abbiamo incontrato il giovane coordinatore provinciale di Catania dell’U.M.I. (Unione Monarchica Italiana), Stefano Papa, per parlare di Monarchia, di Costituzione, di associazionismo e relative attività politico-sociali.

Cos’è l’Unione Monarchica Italiana e cosa si prefigge?
L’Unione Monarchica Italiana  è la più “antica” realtà associativa monarchica italiana. È stata fondata nel 1944 a Roma, pochi giorni dopo il ritorno al Quirinale di S.A.R. il Principe Umberto di Savoia, allora Luogotenente generale del Regno d’Italia. L’U.M.I. rispecchiava allora – come del resto ancora oggi – l’esigenza di raccogliere gli italiani che si sentivano e si sentono istituzionalmente monarchici, indipendentemente dalle singole opinioni politiche o di schieramento elettorale di appartenenza. Il sodalizio attualmente conta, complessivamente, circa 70.000 iscritti distribuiti su tutto il territorio nazionale, ognuno con le proprie idee politiche, ma tutti accomunati nel sostenere democraticamente la forma monarchica dello stato come alternativa istituzionale alla crisi del sistema repubblicano. La sede centrale dell’U.M.I. è a Roma, il presidente nazionale è l’Avv. Alessandro Sacchi, mentre il presidente regionale per la Sicilia è l’Avv. Michele Pivetti Gagliardi. L’associazione conta tra le proprie fila illustri esponenti del mondo politico, economico e culturale. In Sicilia ci fregiamo di annoverare personalità come l’On. Enzo Trantino, l’On. Guido Lo Porto, il Prof. Tommaso Romano, il Prof. Salvatore Bordonali e tanti altri importanti rappresentanti della società siciliana.
Cosa ci prefiggiamo sul piano politico-istituzionale? Proporre un referendum per l’abrogazione dell’art. 139 della Costituzione: “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”, che comprime in maniera decisiva la sovranità popolare sbandierata nell’art. 1.
[...]

https://www.gazzettinonline.it/2019/02/25/intervista-al-coordinatore-provinciale-dellunione-monarchica-stefano-papa_122098.html

Nessun commento:

Posta un commento