NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 9 gennaio 2019

Il libro azzurro sul referendum - XIII cap - 4-6


Consiglio dei Ministri la sera del 10 giugno
al ritorno dell’On. De Gasperi dal Quirinale (1)

Nenni: «Il Re faccia ciò che gli pare. Per me accetto la sfida... Noi frattanto dobbiamo proclamare la Repubblica e deliberare la legge per il passaggio dei poteri di Capo dello Stato al Presidente del Consiglio».
Togliatti con gelida irritazione: «La Corte non ha fatto il suo dovere. Dunque non possiamo tenerne eccessivo conto.  Dobbiamo procedere per la nostra strada, dar Corso alla legge come dice Nenni».
Cevolotto scappando fuori in modo sconcertante: «Quanti cavilli... A me pare, francamente che tutto sia regolare».
Brosio: La  Corte ha fatto le stie dichiarazioni. Ma ciò che rilevanza ha agli effetti pratici? Un bel niente. La legge non prevedeva allatto una dichiarazione nel modo condizionale e non definitivo che ha adottalo la Corte. Dunque noi dobbiamo ritenere valida pienamente la dichiarazione, di fronte ai fatti inequivocabili ».
Bracci: «Brosio ha ragione di chiederci : che cosa prevede la legge? La lettera e lo spirito della legge sono chiari. L'articolo 17 dispone che la Cassazione effettui soltanto la somma dei voti validi attribuiti alla repubblica e alla Monarchia in tutte le sezioni e ne dia atto in un verbale. Questo ha fatto in sostanza la Corte; questa era la proclamazione. Mancano, è vero, 118 sezioni, ma applicando la prova di resistenza come si usa in questi casi, esse non spostano la maggioranza.
D'altra parte, che reclami e contestazioni si debbano risolvere
dopo la proclamazione, ciò è consueto in tutti i collegi elettorali nelle legislazioni di tutto il mondo. Quanto al quorum è principio indiscusso che i votanti sono coloro elle hanno intenzione di votare, che votano di fatto e elle esprimono validamente il loro voto; gli altri sono elettori, ma non votanti. E fra noi galantuomini, che abbiamo approvato la legge vagliata e rivagliata alla Consulta, ben sappiamo che è così; che contano solo i si per l'uno e l’altro simbolo, e che abbiamo appunto voluto per essere più precisi, che si facessero due domande
e elle valessero soltanto le risposte positive. E il Luogotenente ha firmato la legge!
Insomma: il diritto è dalla nostra parte. In coscienza: né dal punto di vista formale (la proclamazione è avvenuta) né dal punto di vista sostanziale (la maggioranza repubblicana, a parte la cifra esatta (sic) è definitivamente accertata) possiamo aver dubbi.
Non resta dunque che tirare le conseguenze, e valutare la portata politica dei nostri atti ».

Pressioni materiali e morali (2) Il ricorso dell’On. Selvaggi
Comunicazione telefonica dell’on. Cianca all’on. Bracci (al Quirinale coll’On. De Gasperi).
«Una notizia interessante, Nenni ha saputo ora che la Cassazione ha respinto il ricorso Selvaggi. Ho voluto subito comunicartelo, perché ne informi il Presidente e ne teniate conto nel corso delle trattative »... La notizia era falsa.


Nenni: «La Cassazione ha respinto il ricorso Selvaggi» (il ricorso fu respinto dalla Corte sette giorni dopo).
«Questa sera il Consiglio dei Ministri approverà un decreto per la assunzione dei poteri di Capo dello Stato da parte del Presidente» (nel comunicato governativo della notte non si trova traccia di questo decreto).
«Il Re abbandona domani l’Italia» (Re Umberto partirà tre giorni dopo).




(1) Da Storia segreta.... pag. 164 e seg

(2) Da Storia segreta.... pag. 168 e seg

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