NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 22 luglio 2018

”Storia in Rete” in edicola: “Italiani, ci siete ed è ora di battere un colpo”

da Alberto Lancia

Gli italiani esistono da 21 secoli, solo che spesso se lo dimenticano. E si fanno raccontare i casi loro dagli altri. Così fra eclissi (temporanea…) degli Stati-nazione, narrazioni interessate degli stranieri e autolesionismo tutto nostrano, spesso l’identità italiana viene dimenticata dai suoi stessi portatori. Il numero di “Storia in Rete” in edicola in questi giorni apre al dibattito sull'identità italiana: multiforme, sfuggente, sicuramente contraddittoria. Ma innegabile.
Nell’era in cui secondo certi politici basta il tifo calcistico a fare un italiano, la lettura di questo numero della rivista diretta da Fabio Andriola è una boccata d’aria fresca e una stella polare per orientarsi dopo anni di mistificazioni e destrutturazione della nostra autocoscienza nazionale. Scopriamo, per esempio, che è una balla che l’italiano come lingua sia un’invenzione post-unitaria, e che un piemontese e un pugliese non riuscissero a comunicare fra di loro prima del Risorgimento o – addirittura – della Grande Guerra.
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Poi, tre salti nel dopoguerra. Il primo con un estratto da un saggio di Giulio Vignoli sul lento declino della Monarchia in Italia durante il dignitoso ma sterile politicamente esilio di Umberto II. Aldo Ricci racconta l’attentato a Togliatti di settant’anni fa e il “niet” di Stalin a una seconda guerra civile in Italia (ma la base non lo sapeva…).
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Come già altre volte segnaliamo senza per questo condividere in toto.
Buona, eventuale, lettura.

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