NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 5 marzo 2011

Una piazza per onorare Umberto II

Articolo sulla cronaca di Torino de Il Giornale di oggi, 5 Marzo 2011

Fa discutere la decisione del primo cittadino nell'anno del 150esimo dell'Unità d'Italia
La sinistra insorge. Giardino: «Non riscriviamo la storia, ma onoriamo un grande personaggio»


di GIORGIO COURNIER  da Casalborgone


Una scelta Coraggiosa, che fa discutere, e che proprio nel 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia riporta l'attenzione su uno dei punti più controversi della nostra storia, ovvero quel referendum che nel 1946 stabilì la fine della monarchia sabauda e l'inizio della repubblica. Il sindaco di Casalborgone, Amos Giardino, ha deciso di intitolare una piazza del paese a Umberto Il di Savoia, il «Re di maggio», l'ultimo Sovrano d'Italia. La decisione ha suscitato polemiche, soprattutto da parte della sinistra che ha accusato il primo cittadino scrivendo addirittura una lettera di protesta al Capo dello Stato. Le polemiche a Casalborgone non si placano, ma il sindaco getta acqua sul fuoco spegnendo sul nascere le polemiche di chi in questa scelta ha voluto ravvisare un tentativo di porre ombre sull'esito referendario del 1946 o di voler in qualche modo «riscrivere la storia d'Italia». «Ribadisco - spiega Giardino - che l'intitolazione di una piazza ad Umberto II Re d'Italia in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, è una scelta determinata dall'intenzione di voler rendere omaggio a chi ha fatto parte della Storia d'Italia, meritevole della memoria per essere stato protagonista in un delicato momento storico per la nostra nazione». La proposta è partita dall'Associazione "l'Leu" e, come specifica Giardino, «l'interpretazione della Giunta Comunale, in merito ai dettagli della stessa, non è stata certamente quella di voler riaprire un'antica polemica, ma al contrario quella di cancellare un veto, durato troppo a lungo per uno Stato democratico, nei confronti di colui che è stato Sovrano e protagonista della storia d'Italia che volontariamente, per il bene degli Italiani ha scelto l'esilio ben prima che la Costituzione della Repubblica Italiana lo imponesse per tutta la famiglia reale». A chi lo accusa, Giardino replica che «chi sta gettando fango sulle Istituzioni è proprio chi, ignorando la storia d'Italia, attribuisce pensieri propri ad altri». Il riferimento è a un passaggio, presente nella lettera che i promotori dell' iniziativa avevano mandato al sindaco per chiedere l'intitolazione della piazza, in cui, testualmente, si definiva «taroccato» il referendum del 1946. «Quel termine - precisa Giardino - è da considerare come espressione di un linguaggio popolare, è solo il richiamo ad un episodio della storia Italiana, certamente non attribuibile all'allora Re d'Italia, e che la giunta comunale ha mai inteso
porre in discussione. Argomento al quale ha già dato l'adeguata risposta lo stesso Umberto II Re d'Italia nel discorso del 13 giugno  1946».
Dove l'allora Sovrano disse a chiare lettere «Si considerino sciolti dal
giuramento di fedeltà al Re non da quello verso la Patria coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto attraverso tante durissime prove Una tesi sostenuta anche da Andrca Rosso del Gruppo Cavour uno dei sostenitori dell'iniziativa critica chi sta tentando in tutti i modi di contrastare la scelta del sindaco Giardino: «Mi spiace - spiega - che ci sia chi interpreta in modo strumentale un'iniziativa tesa a onorare un
uomo che con un sacrificio personale ha contribuito in un momento storico non facile per l'Italia alla pacificazione degli animi. L'accettazione della storia nella sua interezza e senza pregiudizi di sorta è  un evidente segno di maturità, che purtroppo non tutti dimostrano. Mi auguro che Torino segua l'esempio di Casalborgone perché l'esempio di Umberto Il possa essere conosciuto e apprezzato da
tutti». Al1'iniziativa del sindaco di Casalborgone plaude anche l'Unione monarchica italiana: «Non capiamo le polemiche della sinistra osserva  Edoardo Mauri - dal momento che è risaputo che Umberto II avrebbe voluto raggiungere il Nord Italia per unirsi alla resistenza antifascista».

Riportiamo di seguito le mail del comune di Casalborgone. Inondiamo la casella del Comune di lettere di plauso!

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