NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 7 marzo 2011

Dedichiamo una via a Umberto II

Una via intitolata al re di maggio, Umberto II di Savoia. Lo ha deciso l' amministrazione comunale di Casalborgone, un centro del chivassese guidato da una giunta di centrodestra con Amos Giardino sindaco.
[...]
Il resto dell'articolo lo trovate sul giornale "Repubblica".



Che è un nome oltre che un giornale che non amiamo per niente.
Ma la notizia resta interessante anche se pubblicata da quel giornale.

7 commenti:

  1. La coerenza e l'onestà intellettuale non sono di destra nè di sinistra, nè repubblicane nè monarchiche. Se la Giunta di Casalborgone, nella delibera che propone l'intitolazione di una piazza (uno spiazzo tristanzuolo, per la verità) a Umberto II considera "condivisibile", senza alcun distinguo, la lettera che la richiede, ed in cui si afferma che il Referendum Monarchia-Repubblica del 1946 fu "taroccato", per coerenza deve dimettersi, visto che una istituzione repubblicana non può sottoscrivere dubbi sulla legittimità della Repubblica senza minare la propria. Questa è l'anima reale della polemica, al di là del nome di Umberto II. Il Sindaco non è un monarchico, ma nemmeno un buon repubblicano: nell'intervista smentisce le parole scritte come pietre nella propria delibera ("atteso che l'istanza è condivisibile", dunque nella sua interezza). Insomma, noi repubblicani lo vorremmo dimissionario, ma vi assicuro che non vi conviene arruolarlo nelle vostre fila: questo paese ha bisogno di uomini di qualità, coerenza e schiena diritta, in qualunque schieramento essi militino.
    Un cittadino (repubblicano) di Casalborgone.

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  2. Gentile Signore,
    non Le chiedo di cambiare idea ma La invito a porsi delle domande a cui potrà avere facile risposta. Se la repubblica è stata "proclamata" il 18 giugno come mai vi fu un "pronuciamento" repubblicano ben cinque giorni prima che la Cassazione si pronunciasse e proclamasse i risultati ( non la repubblica)?
    Parta da questo. Poi tragga le conclusioni che crede.

    Noi non conosciamo il Sindaco di Casalborgone ma che qualcuno si ricordi del nostro Re che tutto ha sacrificato per il bene della nostra Italia e gli voglia dedicare una qualsiasi cosa, spiazzo tristanzuolo compreso, ebbene a noi non può che fare piacere.
    Lo facesse anche Belzebub in persona.
    E' però un atto di onestà di fronte alla Storia. Storia che non nasce il 13 giugno , neanche il 18 e nemmeno se la retrodatiamo al 2 giugno del 46.
    La Storia d'Italia, inevitabilmente con luci ed ombre, ha qualche decennio in più. Ma di ombre su Re Umberto II nessuno ne trova.
    Io gli dedicherei una città intera non una piazza.
    Ma intanto che questo non avviene ben venga l'iniziativa del Sindaco della Sua città per aver detto le cose come stavano.
    Sia in monarchia che in repubblica, se queste sono democratiche, la sua legittimità viene dalla gente che l'ha votato.
    Non dal riconoscimento di una storia ufficiale che non regge due secondi ad una critica.
    Questo con tutto il rispetto per la Sua persona che ha voluto confrontarsi con qualche monarchico.
    Davvero cordiali saluti, Gentile Signore. Torni a trovarci.

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  3. La Ringrazio per la risposta.
    Non voglio entrare nel merito della intitolazione toponomastica (ci mancherebbe, il Piemonte è toponomasticamente sabaudo e sarebbe assurdo cancellare la storia cambiando i nomi: io stesso abito in una via intitolata ad una Regina...e la cosa non mi crea alcun problema!).
    Ma sostengo che la logica conseguenza di una delibera di Giunta che condivide un'istanza in cui afferma che la Repubblica è illeggittima, sia le dimissioni della Giunta stessa, indipendentemente dal fatto che si consideri questa affermazione veritiera o meno.
    Ho letto con attenzione il dossier sul referendum del 1946 pubblicato sulla vostra rete, e sono assolutamente convinto che ci siano buone ragioni nell'affermare che l'anticipazione di cinque giorni nella proclamazione della Repubblica possa considerarsi un "colpo di stato". Così come accetto che ci siano state, nel referendum, tutte le irregolarità oggettive che denunciate.
    Purtroppo sappiamo bene che la storia e la verità sono due cose diverse, e la storia la scrive sempre chi vince: innegabile che la Monarchia, in quel particolare momento storico, non si trovasse dalla parte dei "vincitori" ed abbia subito le ingiurie che si infliggono ai vinti.
    Ma tornando al caso di Casalborgone, è difficile sostenere la correttezza del comportamento della Giunta, da qualsiasi lato della Storia la si guardi. Se avesse semplicemente deciso di dedicare la piazza ad Umberto II senza includere l'accettazione della tesi della illegittimità della Repubblica, non sarei stato d'accordo ma non mi sarei indignato.Il problema non è disintitolare la piazza (che, le garantisco, è DAVVERO un luogo triste...), il problema è che o si cambiano le motivazioni della accettazione o ci si dimette per coerenza. Tertium non datur, a mio avviso.
    Grazie per la cortese ospitalità.

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  4. Gentile Signore,
    mi permetta di cogliere qualche Sua contraddizione.
    Lei da una parte ammette il colpetto di stato del 13 giugno, dall'altra sostiene che un sindaco di un comune italiano non possa permettersi di dirlo.
    Come se ai sindaci non fosse consentito pensare con la loro testa.
    Ma non è l'elezione a sindaco del Suo sindaco che è illegittima. E neanche l'istituzione del Suo bel comune.
    E' la repubblica che è nata male ( ed è sotto i Suoi occhi che non sta campando meglio).
    A dimettersi dovrebbe essere qualcun altro.

    Cmq sappia che il Suo sindaco mi ha fatto venire voglia di visitare il Suo Borgo.
    Mi scriva in provato .
    Sarà un piacere poter prendere un caffé con Lei il giorno che verrò.
    Ancora cordiali saluti e grazie per la Sua apertura mentale.

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  5. Gentile Signore,
    forse non sono riuscito a spiegare precisamente la mia posizione...
    Sostengo che il Sindaco di una Giunta Repubblicana abbia l'assoluto diritto di dire quel che vuole, anche che ritiene illegittima la Repubblica, purchè un attimo dopo senta il dovere di essere coerente con le proprie dichiarazioni - e quindi dimettersi da rappresentante di una repubblica di cui mette in dubbio l'origine.
    Pongo dunque una questione di semplice coerenza.
    Il fatto che io riconosca che anticipare di 5 giorni la proclamazione della Repubblica sia stato di fatto un colpo di stato non significa, automaticamente, che questo colpo di stato sovverta il risultato ufficiale del referendum.
    Penso inoltre che, dopo quasi sessant'anni, sia piuttosto demagogico porre la questione del referendum da un punto di vista politico: mentre mi va benissimo riconsiderarla da un punto di vista storico (la storia possiamo approfondirla, conoscerla e capirla meglio, dopo decenni, ma non farla ripartire da uno qualsiasi degli eventi che - a posteriori - si rivelano ambigui od oscuri...)

    Sul fatto che la Repubblica non stia campando bene, temo non sia un problema di mera forma istituzionale: con il materiale umano che ci ritroviamo nel paese, neppure un Kaiser riuscirebbe a fare di meglio:-)

    Comunque, son lieto che abbia deciso di visitare Casalborgone: la parte antica e medievale del paese, il Leu, dove - forse - verrà posta la targa toponomastica che a Lei sta a cuore, è davvero bella e piacevole.

    Sarò lieto, in quella occasione, di offrirLe un caffè.

    Ma per questo, come suggerisce Lei, la contatto in privato...

    Cordiali saluti e di nuovo grazie per l'ospitalità...

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  6. Egregio signor Casalborgonese, vorrei farLe presente che i sindaci rappresentano il proprio comune e non l'istituzione repubblicana in sé.
    Per quanto riguarda la questione referendaria, mi permetto di farle una domanda: se si nutrono dubbi sull'effettiva vittoria repubblicana, perché deve essere demagogico manifestarli?
    Certo di una sincera risposta, Le porgo cordiali saluti dal lago di Garda

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  7. Egregio Signor "gardesano",
    scusi se rispondo in ritardo...

    Perchè il Sindaco giura sulla Costituzione, che recita che l'Italia è una Repubblica e che (Art. 54) "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge."

    Se uno non è ne è convinto, nessun problema, ma eviti di fare il sindaco per non essere spergiuro (non c'è obbligo di candidarsi...)

    Cordiali saluti....

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