NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 9 marzo 2011

Incontro con Ugo d'Atri, a pochi giorni dai 150 anni dell'Unità d'Italia

Il Capitano di Vascello è il Presidente dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon



di Riccardo Faiella - 08/03/2011


Da quando morì, il 9 gennaio 1878, Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia, riposa al centro di Roma, al Pantheon. Dopo di lui altri due reali furono tumulati dentro il “tempio di tutti gli dei”: Re Umberto I, secondo Re d'Italia, nel 1900; e sua moglie, la regina Margherita, nel 1926.
E da quel lontano 1878 le varie associazioni di reduci delle Guerre Risorgimentali decisero di prestare un servizio di guardia alla tomba del Padre della Patria, Re Vittorio Emanuele II. Le associazioni, confluite in un unico sodalizio, il Comitato Generale dei Veterani 1848-1870, negli anni hanno cambiato due volte il nome prima di arrivare alla denominazione definitiva, nel 1932, di Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
La sede invece, da centotrentatre anni, è sempre là, attaccata al Pantheon, in via della Minerva 20.
“Ho trovato una lettera datata 1882, indirizzata proprio qui, ai nostri predecessori”. Chi parla è il Presidente dell'associazione, il Capitano di Vascello dott. Ugo d'Atri.
Entrato in Marina nel 1973, nel corpo delle Capitanerie di Porto, Ugo d'Atri ha lasciato il servizio nel gennaio 2003, per assumere la presidenza dell'istituto.

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