NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 29 novembre 2020

La Regina Elena: “ Iddio non ci abbandonerà”


di Emilio Del Bel Belluz

In questi giorni penso alla figura di San Leopoldo Mandic’ e alla Regina d’Italia, Elena, entrambi nati nel Montenegro. Tutti e due questi grandi personaggi hanno contribuito a scrivere la storia del nostro Paese. Quello che univa queste due grandi persone era la fede nel buon Dio. 

Il padre Leopoldo é sempre stato un servo devoto che sacrificò tutta la sua vita al buon Dio. La Regina Elena aveva conosciuto la povertà del Montenegro, aveva respirato l’aria della sua terra che aveva dovuto lasciare per sposare il principe Vittorio Emanuele III, ma non dimenticò mai le sue origini. Lo stesso dicasi per San Leopoldo Mandic’, che pur venendo a vivere in Italia, non volle mai rinunciare alla sua nazionalità. 

La Regina Elena era una donna molto legata alla famiglia, ma nello stesso tempo si prodigò moltissimo verso i poveri, a cui dedicò parte della sua vita. Nella Grande Guerra fu anche crocerossina e madre di tutti i soldati che avevano bisogno del conforto di una mano amorevole. Nella mia mente ho immaginato che la Regina e San Leopoldo si fossero incontrati a Padova, dove la Madre degli italiani si fosse recata per andare a salutare Sant’ Antonio e, saputo che vicino c’era il convento dove viveva San Leopoldo, aveva deciso di andarlo a trovare. 

La Regina era una donna che amava essere vicina agli umili, e il buon frate lo era. Quando arrivò al convento i frati rimasero sorpresi, il padre guardiano venne subito chiamato. Era l’ora del pranzo, una fila di poveri stava aspettando. Questi la riconobbero e si inchinarono, altri seguirono il loro esempio. La Sovrana si avvicinò ai poveri, chiedendo da dove venissero, e si intrattenne con loro. Quello che accadde dopo fu curioso. La sovrana era molto capace in cucina e chiese di vedere dove facevano da mangiare. Il padre cuciniere, intanto, era stato chiamato d’urgenza, e le volle parlare di cosa si sarebbe mangiato in quel giorno. La cesta del pane traboccava di pagnotte appena sfornate, e il loro profumo si diffondeva ovunque. 

La Regina chiese un pezzettino di pane, non troppo, per non togliere il pane ai poveri, e mangiando quel piccolo frammento chiese scusa. Il pane è il re della tavola, e i poveri ne conoscevano molto bene il profumo e la fragranza. Il frate che lo sfornava ne era felice. La Regina d’Italia aveva assaggiato il suo pane, ora lo si poteva chiamare il pane della Regina Elena. Nel frattempo giunse San Leopoldo che non aveva finito di confessare, ma non poteva non accogliere la Regina, e per questo si scusò con la gente che aspettava per la confessione. Al convento era giunta la notizia che la Regina era presente e molti volevano vederla, incontrarla. Quando il piccolo frate giunse, la Regina lo salutò nella loro lingua, e furono poche parole, ma capaci di risvegliare la nostalgia della loro terra. Il frate disse che aveva conosciuto il Re del Montenegro, lo aveva visto qualche volta. Il sovrano era morto da qualche anno. 

La Regina si commosse, e continuò ancora un po’ a conversare con il frate. Volle andare a vedere la sua celletta, dove passava le ore a confessare, e ne rimase felice, perché il frate le consegnò una piccola immagine della Madonna. La sovrana lasciò il convento con il cuore pieno d’amore verso la Madonna e non poteva essere più felice di così, avendo conosciuto il piccolo San Leopoldo del Montenegro. Aveva pensato molte volte a lui, alla sua fama di buon servo di Dio. Gli piaceva anche il fatto che il frate non avesse dimenticato la sua terra, quel mondo dal quale anche lei proveniva.

Alla Sovrana sarebbe piaciuto rimanere di più al piccolo convento, ma non ne ebbe il tempo. In questi anni qualcuno ha messo assieme queste due straordinarie persone, per l’amore immenso che avevano per i più deboli e i sofferenti. 


La Regina aveva un cuore grande e traboccante di bontà. In questi giorni verrà proiettato il film sulla figura di S. Leopoldo e
mi piacerebbe che il regista avesse messo la scena dell’incontro di questi due grandi, pur nella loro umiltà.

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