NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 15 novembre 2020

La biografia di Carlo Cadorna (1809-1891)

 


Un'opera innovativa di Franco Ressico 

di Aldo A. Mola

  Carlo Cadorna (Pallanza, 1809-Roma, 1891) è stato tra i massimi protagonisti del Risorgimento e dell'unificazione d'Italia. 

  Già vicino a Vincenzo Gioberti (forzatamente esule dal 1833), nel 1848 fu eletto deputato alla Camera del Regno di Sardegna dal collegio di Pallanza, che lo confermò sino al 1857. Ministro della Pubblica istruzione nel governo Gioberti e inviato del governo “al campo” alla ripresa della guerra per l'indipendenza, assisté all'abdicazione di Re Carlo Alberto (Novara, 23 marzo 1849). 

  Apprezzato da Camillo Cavour e da Urbano Rattazzi, eletto vicepresidente e presidente della Camera dei deputati, nel 1858 fu nominato senatore. Ministro della Pubblica istruzione (9 novembre 1859) nel governo Cavour sino alle dimissioni del Gran Conte per protesta contro l'armistizio di Villafranca e Consigliere di Stato dal 1859, Cadorna ricoprì incarichi delicati e prestigiosi. 

  Vicepresidente del Senato nel 1865 e prefetto di Torino dopo il trasferimento della capitale a Firenze, ministro per l'Interno nel governo presieduto da Luigi Federico Menabrea (1868) e vicepresidente del Consiglio del contenzioso diplomatico, dall'aprile Cadorna 1869 fu ambasciatore a Londra. Lo rimase sino al 1875, quando venne nominato presidente del Consiglio di Stato. 

  Presidente della Commissione per l'applicazione della legge delle Guarentigie Pontificie e di altre Commissioni di alto rilievo, Cadorna intervenne nella vita pubblica con discorsi in Senato, articoli, saggi e volumi, sino a Religione e politica nei partiti (1890) e a Religione, Diritto, Libertà, vera summa del suo pensiero, pubblicata postuma dal fratello, Raffaele, generale, senatore a sua volta, già comandante del Corpo d'Esercito che il 20 settembre 1870 mise fine al potere temporale pontificio.

   Sinceramente cattolico nella vita privata e liberale in politica, Cadorna fu tra i massimi artefici della politica ecclesiastica dell'Italia liberale, nel solco della formula di Cavour “libera Chiesa in libero Stato”.   

   A 130 anni dalla sua morte e nel 150° di Porta Pia esce la sua prima biografia: Carlo Cadorna. La vita e l'attività politica (Roma, Bastogi Libri, novembre 2020, pp.290), scritta dal novantenne prof. Franco Ressico: un volume rigoroso, documentato, denso di inediti.   

   In linea con i suoi compiti, la Consulta dei Senatori del Regno concorre alla promozione di un'opera che evoca la Famiglia Cadorna, tra i cui componenti si contano tre senatori del Regno (Carlo, suo fratello Raffaele e il nipote  Luigi, Capo di stato maggiore dell'Esercito e Comandante Supremo nella Grande Guerra sino al 9 novembre 1917) e un senatore della Repubblica (Raffaele, figlio di Luigi, comandante del Corpo Volontari della Libertà nel 1944-1945).  

   La figura di Carlo Cadorna, magistralmente esaminata dal prof. Ressico, illumina la complessità del Risorgimento e della costruzione dello Stato, che, grazie a personalità quale la sua, riuscì a superare la difficoltà maggiore: l'astensione politica dei cattolici dall'unità al “Patto Gentiloni” del 1913, approdo della “conciliazione silenziosa”.


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