NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 16 ottobre 2019

Le Guardie a Vicoforte


 “Non siamo monarchici: chi si accanisce con noi conosce poco la Storia”
Polemica sul raduno nazionale delle guardie d’onore delle reali tombe del Pantheon: Vicoforte, Mondovì e la Provincia negano il patrocinio

Le guardie d’onore ieri davanti alla cappella con le tombe reali al santuario di Vicoforte

di CHIARA VIGLIETTI

Ci stanno lavorando in gran segreto e sotto traccia: le grandi manovre per riportare in Italia le ultime teste coronate di Casa Savoia, il re Umberto II e la regina Maria Josè, sepolti in Alta Savoia potrebbero condurre, presto, a una svolta.
«Solo così si chiuderà il cerchio di una storia indegnamente travisata», confermano Giovanni Seia e Riccardo Moia delle guardie d’onore delle reali tombe del Pantheon, in questi giorni sono alle prese con i preparativi del raduno nazionale del 16 novembre a Vicoforte.
Tenuta elegante scura, affusolati guanti bianchi, indossano il basco con sù lo stemma di Casa Savoia e il labaro da 41 medaglie. Sono quelle d’oro - le prime due le conquistò Garibaldi - dell’associazione nata nel 1878, in pieno post Risorgimento, per vegliare sulla morte del primo re d’Italia. Sembrano appartenere a una stagione lontana. Fuori dal nostro tempo.
Invece il loro raduno promette di non essere facile. Perché ha già incassato il «no» al patrocinio di alcuni enti, come la Provincia e i Comuni di Vicoforte e Mondovì. Mentre la Diocesi ha detto «no» alla richiesta degli angeli custodi di Casa Savoia di vegliare sulle spoglie di Vittorio Emanuele III e della regina Elena sepolti al Santuario. «Contro di noi un accanimento ingiustificato», spiegano Seia e Moia. Amareggiati soprattutto dal comportamento di quelle Amministrazioni, come Mondovì, che «a parole si sono dichiarate entusiaste del raduno, poi ci hanno voltato le spalle». Il sindaco Paolo Adriano: «Ci siamo confrontati sulla possibilità di concedere questo patrocinio in due riunioni di maggioranza. Al termine del confronto, la maggioranza non ha ritenuto opportuno concederlo. E questa è anche la mia opinione personale».
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