Pare che Nostradamus avesse predetto la morte di Carlo
Emanuele I "sulla via di Gerusalemme". Vissuto tra il 1562 e il 1630
"il Grande" rinunciò forse volentieri a pellegrinaggi in Terra Santa
ma incontrò comunque la morte nella "sua" Savigliano, a Palazzo
Cravetta, che ancora oggi si affaccia -guarda caso- su Via Jerusalem.
Il bellissimo loggiato decorato con i busti marmorei di
12 principi e principesse della dinastia sabauda e arricchito dagli affreschi
di Francesco e Costanzo Arbaudi (1624 circa) è il punto di partenza ideale per
immergersi nella mostra "Ars Regia. La Granda alchemica" organizzata
dall'associazione Le Terre dei Savoia e curata da Enzo Biffi Gentili.
Prima infatti di entrare nel mistero della morte di Carlo
Emanuele I (colpito dalla peste), proprio nella sala che ospitò le sue spoglie,
Loredana De Robertis su incarico del Múses ha curato un'introduzione storica
che aiuta il visitatore a ripercorrere le tappe salienti dello speciale
rapporto tra il Duca detto "il Grande" e soprannominato "Testa
di Fuoco" per lo spirito battagliero.
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