Fermento popolare a Napoli
Fermento popolare a Napoli aumentato per le
sanguinose repressioni: 19 morti, 114 feriti di cui 41 in gravi condizioni...
Feriti a Piazza del Popolo a Roma... Censura preventiva sul giornale « Corriere
espresso » di Palermo...
Fratture: determinazione dei Comitato Indipendentisti
(1), (14 giugno)
Durante la riunione tenutasi ad Enna, il
Comitato Nazionale Indipendentisti ha preso la seguente determinazione: «Il
vincolo che ha finora unito il popolo siciliano al popolo italiano è stato il
plebiscito del 1870, i cui termini furono: la Sicilia vuole l'Italia una
e indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale e suoi discendenti.
Annuendo a questa proposizione la
Sicilia dimostrò il suo diritto di autodecisione e la sua
piena sovranità. Il « referendum » decidendo in difformità alla maggioranza del
popolo siciliano l'eliminazione dinastica, che per plebiscito costituì vincolo
d'unione della Sicilia col Regno dei Savoia, ha sciolto di diritto il vincolo
medesimo. Conseguentemente la Sicilia
con la caduta della Monarchia ha riacquistato la propria sovranità e il diritto
della autodecisione non sussistendo più i presupposti dell'unione allora
stabilita. Pertanto spetta alla Sicilia il diritto al plebiscito affinché
liberamente e sovranamente si pronunci sui termini e sulla forza di una nuova
unione con i popoli italiani ».
Commento del "Time and Tide" (15 giugno
1946)
«Un cambiamento e specialmente un drastico
cambiamento istituzionale non è cosa da intraprendersi in fretta e furia; si
deve ben ponderare la più antica massima conservatrice: " Quando non è
necessario cambiare, è necessario non cambiare -. Particolarmente ciò vale nel
caso dell'Italia, perché è innegabile che la Casa Savoia è stato il
vincolo e il simbolo dell'unità del Paese » (2).
Il trapasso non fu legale
« Non possiamo non rilevare che la Corte di Cassazione viola
apertamente la legge, facendo il computo dei voti e proclamando i risultati non
definitivi, quando ancora addirittura mancavano i dati di molte sezioni ed
anche quelli trasmessi erano variamente incompleti » (3).
« Nella mancanza dei processi verbali di
quelle sezioni, la Corte
di Cassazione non avrebbe dovuto per legge fare quella proclamazione (4).
Quasi una metà dei popolo italiano per il Re
« Nelle generose rinunzie... può servire di
esempio luminoso la condotta di Umberto Il che tanta gravosa eredità ha assunto
sulle sue spalle Del lungo periodo della sua luogotenenza e in quello così
fugace ed amaro del suo regno... Tutti gli italiani devoti o avversi alla causa
della Corona, dovranno altamente apprezzare questo gesto magnanimo suggerito
dalla più pura carità di Patria, nel quale rivive il carattere generoso della
stirpe dei Savoia, nobilitata dalla virtù eroica dei suoi Santi. Partendo in
volontario esilio, egli lascia dietro a sé quasi una metà del popolo italiano,
che pure in impari lotta, si è liberamente espresso in suo favore. Perché
questa più che minoranza non divenga un elemento di congenita debolezza nella
nuova forma dello Stato nascente, è imprescrittibilmente necessario che la
relativamente esigua maggioranza ne sappia comprendere l'atteggiamento
spirituale, rispettosa della legittima preferenza altrui, ne accolga la leale
cooperazione e ne tuteli i diritti, come richiede un sano ordinamento
democratico, secondo gli impegni pubblicamente e solennemente assunti a nome
della corruzione governativa da parte del Presidente del Consiglio » (5).
(1)
Da Storia segreta..., pag. 205 e seg.
(2)
« In Europa, forse per la lunga tradizione, la forma di governo che ha dato in
generale miglior prova è quella monarchica... La democrazia non postula
necessariamente una determinata forma per le supreme istituzioni dello Stato...
Monarchia o Repubblica o Governo presidenziale, parlamentare, convenzionale,
unicameralismo e bicameralismo sono istituzioni che possono pienamcnte
conciliarsi con l'ideale democratico... La forma che meglio s’addice ad un
popolo dipende dalle sue profonde esigenze
storiche e sociali in uno con le
tradizioni dell'ambiente tradizionale in cui vive... Illusione di quanti
credono di riparare alle deficienze constatate di un ordinamento ricorrendo al
miraggio di forme nuove... » (Emilio Crosa, Lo Stato democratico. Presupposti
costituzionali, Unione ed., Torino 1946, pagg. 134, 1,135, 136, 137).
(3)
M. T. Zanzucchi, Preside della Facoltà Giuridica dell'Università Cattolica di
Milano, Istituzioni di diritto pubblico, 1948, pag. 12Z.
(4)
O. Ranelletti, Istituzioni di diritto pubblico, parte I. fase. 2, 1947, pag. 5.
(5)
La Civiltà Cattolica ,
15 giugno 1946. pag. 403.
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