NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 30 aprile 2019

25 Aprile 45: considerazioni impolitiche

del Presidente del Circolo Rex Domenico Giglio

Il 25 aprile fu la data della insurrezioni di tutte le forze patriottiche e partigiane deciso dal CLNAI e dal comando militare dello stesso, avendo le forze alleate, delle quali facevano parte anche i Gruppo di Combattimento del Regio Esercito, sferrato l’offensiva definitiva contro le linee germaniche, sfondandole ed avanzando su tutto il fronte, dal Tirreno all’Adriatico, raggiungendo Bologna e puntando verso la pianura lombardo-veneta, In realtà le operazioni belliche terminarono alle ore 14 del 2 maggio, dopo la resa delle truppe tedesche, firmata il 29 aprile nelle Reggia di Caserta.
La data quindi non celebra, come il 4 novembre 1918, la fine delle ostilità, ma, diciamo, lo slancio finale, che avrebbe portato alla completa liberazione del territorio italiano, anche se Trieste e l’Istria videro l’arrivo, non certo liberatorio dei comunisti jugoslavi, prima che vi giungessero gli anglo-americani a ristabilire, parzialmente, la situazione,
Nelle celebrazioni susseguitesi dal 1949, dopo quella iniziale del 25 aprile del 1946, si sono ripetute e si ripetano ancora alcune affermazioni retoriche, per dare lustro alla data, quale ad esempio quella di aver ristabilto la democrazia e di aver dato i natali alla repubblica, affermazioni entrambe false, La prima del ristabilimento delle istituzioni parlamentari con le relative elezioni politiche, risale, non dimentichiamolo, ad un Decreto del Governo Badoglio (RD.L. del 2 agosto 1943-n.175)., dove si stabiliva procedere alla elezione della Camera dei Deputati, quattro mesi dopo la fine della guerra, decreto che fu sostituito con altro D.L.L. del 25 giugno 1944 – n.141, dove era precisato che, sempre dopo la liberazione del territorio nazionale, si sarebbe proceduto alla elezione non più della Camera dei Deputati, ma di una Assemblea Costituente. Quindi nulla mutava od aggiungeva a queste decisioni la sollevazione del 25 aprile. Il ristabilimento della democrazia era già scritto e deciso, e nell’Italia Centro Meridionale, dal giugno 1944 ( liberazione di Roma ), la vita politica ed i partiti avevano ripreso la loro attività,si pubblicavano giornali, si tenevano comizi.
La seconda affermazione, relativa alla repubblica, oltre che falsa era ed è anche offensiva per tutti coloro che parteciparono direttamente od indirettamente alla guerra di liberazione per fedeltà al giuramento prestato per il “bene indissolubile del Re e della Patria”, E questi furono centinaia di migliaia, a cominciare dal ricostituito Regio Esercito, dalla Regia Marina ed Aeronautica, dai Reali Carabinieri,dalle formazioni patriottiche ( non partigiane), sorte subito dopo l’8 settembre 1943, di cui solo a titolo indicativo e non esaustivo ricordiamo le fiamme verdi di Martini Mauri e la “Franchi” di Edgardo Sogno,ed i loro caduti, tra i quali furono generali, ammiragli ed altri alti ufficiali, quando non risultano invece esservi nessun esponente dei partiti politici del CLN, nascosti o protetti in chiese e monasteri. Per precisione e correttezza ne ricordiamo l’unico caduto, Bruno Buozzi, sindacalista e già deputato socialista,fucilato dai tedeschi, il 4 giugno 1944, in località “la Storta”,sulla Via Cassia,quando stavano fuggendo da Roma, ma insieme con lui, ribadiamo, furono fucilati il generale Dodi, ed altri ufficiali, Con l’occasione credo sia opportuno ricordare che Bruno Buozzi, aveva accettato di collaborare con il Governo Badoglio, dopo il 25 luglio, ricevendo l’incarico commissariale degli ex sindacati fascisti.
Abbiamo detto partecipare anche “indirettamente” alla guerra di liberazione, e mi riferisco alle centinaia di migliaia di soldati, oltre 600.000, presi prigionieri dai tedeschi, dopo l’8 settembre, e rinchiusi, in condizioni disumane, nei campi di concentramento, veri lager, E quando agli stessi fu proposto da emissari della repubblica sociale di aderire alla stessa e tornare così in Italia, oltre il 90% rifiutò l’offerta per quel famoso giuramento, di cui oggi si parla, a denti stretti, dimenticando sempre e volutamente a chi fosse prestato.
Sempre in merito all’offesa recata ai monarchici che avevano partecipato alla vera Resistenza ricordiamo che nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946, le provincie di Cuneo, Asti e Bergamo dove vi erano stati importanti nuclei di patrioti, dettero la maggioranza alla Monarchia, come la dette Alba, vilmente chiamata “repubblica di Alba”, le cui vicende furono descritte dal “badogliano” Beppe Fenoglio, in un grande romanzo storico che nessuna importante casa editrice ha più ripubblicato,per quella “congiura del silenzio”, su quanto di positivo abbiano fatto i monarchici ed i Savoia.
Domenico Giglio

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