NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 24 aprile 2019

Il libro azzurro sul referendum - XIII cap - 9 -14


Ordine del giorno del Governo
Voto contrario di Cattani: il dissenso inserito a verbale
(notte dell’11 giugno 1946) 


« Il Consiglio dei Ministri in considerazione della proclamazione dei risultati del referendum, fatta a termini di legge dalla Suprema Corte di Cassazione, e che assicura la maggioranza della repubblica, si è riservato di decidere nella seduta di oggi martedì sui provvedimenti concreti che ne derivano. Il Consiglio confida nel senso di civismo di tutti gli italiani e fa appello al Paese che si è dimostrato nella sua maggioranza repubblicano - perché nella sua forza e nel suo diritto non si presti a provocazioni di elementi faziosi nella sicurezza che nessuno potrà strappargli la vittoria raggiunta nella legalità della consultazione popolare della quale il Governo rimane pienamente garante. In conformità della precedente deliberazione la giornata di oggi, martedì 11 giugno, è considerata festiva a tutti gli effetti ».


Minaccia su Trieste e all’interno - 12 giugno 1946

Da fonte alleata il Gen. Infante riferisce che il rappresentante di una potenza straniera si è fatto tramite fra un partito estremista e il dittatore Tito per provocare un colpo di mano su Trieste nel giro di ventiquattro ore, ove la Corona reagisca all’o.d.g. del governo con un irrigidimento che porti alla rottura. A questa minaccia se ne è aggiunta un’altra : l’intervento armato di una Potenza lungo il confine alpino: si tratta di due azioni che saranno sincronizzate con lo sciopero generale per cui la C.G.I.L. è prontissima...

Il Sovrano in quei giorni più volte ripete « non posso accollare alla Monarchia la responsabilità del sangue... ».

Bandiera Repubblicana 12 giugno 1946

« All’insaputa dell’On. De Gasperi venne alzata la bandiera repubblicana; più tardi fu tolta. Bandiera monarchica al Quirinale, bandiera repubblicana alla Torre delle Milizie ».

Manlio Lupinacci così commentò: « Forse la bandiera più vecchia avrà fatto intendere all’altra, in quel dialogo sul vento, che così senza stemma Sabaudo sul bianco, essa era soltanto la bandiera di altra repubblica. E che celebrare la repubblica italiana con l'esotico vessillo di una repubblica che non gode gran fama di ordine e stabilità, non era cosa opportuna e indovinata ».



Lettera del Re all’On. De Gasperi

« Signor Presidente, ritengo opportuno confermarle ancora una volta la mia densa volontà di rispettare il responso del popolo italiano espresso dagli elettori rotanti, quale risulterà dagli accertamenti del giudizio definitivo della Suprema Corte di Cassazione chiamata per legge a consacrarlo. Poiché questo proposito è di certo comune a tutti, come il desiderio di apportare il massimo contributo alla pacificazione degli spiriti, sono sicuro che possiamo ancora continuare in quella collaborazione intesa a mantenere quanto è veramente indispensabile: l’unità d’Italia.

Accolga, signor Presidente, i miei sentimenti.
Umberto »
Roma, 12 giugno 1940.


Discorso dell’On. Romita a Piazza del Popolo

«Cittadini della repubblica italiana, avrei dovuto parlare in qualità di ministro ufficialmente delegato dalla repubblica italiana. Mi limito invece a parlare come ministro del popolo repubblicano italiano, perchè se la repubblica è un fatto ormai acquisito e una realtà storica, manca ancora la registrazione dell’anagrafe politica... ».


L’Ambasciatore inglese e l’Ammiraglio Stone

L’On. De Gasperi ha alcuni colloqui al Viminale: l'Ambasciatore Inglese Charles e l'Ammiraglio Stone dichiarano che bisogna aspettare la decisione definitiva della Suprema Corte. 

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