NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 9 dicembre 2012

Indro Montanelli diceva...





Dal Corriere della Sera 27/9/2000



Caro Montanelli, bisogna ammettere che la dinastia Savoia non ha fatto né fa niente per meritarsi la stima degli italiani. Tuttavia se guardo all'estero vedo che la Danimarca ha avuto un Cristiano IV capace di sfidare Hitler, l'Inghilterra la regina Vittoria che ha costruito un impero, la Spagna Juan Carlos difensore della libertà contro i golpisti, il Belgio re Baldovino esempio di virtù e così via.

La mia domanda è pertanto questa: mi potrebbe indicare anche un solo episodio nel quale si sia distinto un Savoia? lo vedo solo la dignità con la quale Umberto II accettò l'esito a lui ostile del referendum del '46. Pierluigi Brignoli, Scanzorosciate (Bg)




Caro Brignoli,

che Umberto Il sia stato un Re di esemplare correttezza, che pagò di tasca propria e senza un lamento le colpe degli altri, non c'è dubbio. Ma la sua domanda sui Savoia precedenti mi fa pensare che gi'italiani, della loro Storia nazionale, non conoscono nemmeno l'abbiccì. Vediamo se riesco a fornirle almeno quello.

In enorme ritardo rispetto a Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, ecc., l'Italia non ha, fino al 180, una storia nazionale. Ne hanno una, gloriosa, le Repubbliche marinare, specialmente Venezia. Ne ha una il Ducato di Milano, ne ha una quello di Firenze, ne ha una la Roma dei Papi, ne ha una lo Stato borbonico delle Due Sicilie. Ma l'Italia, come soggetto nazionale, comincia a far sentire la sua fievolissima e velleitaria voce solo a Ottocento inoltrato.

E per merito di chi, se non di un piccolo Stato periferico, l'unico riuscito nel secoli a restare indipendente: il Piemonte prima dei Duchi e poi dei Re Savoia? E chi è che prende l'iniziativa di unificare sotto il suo scettro tutta la Penisola, cioè di farne una Nazione e uno Stato come avevano fatto  prima i Capetingi e poi i Borbone in Francia, gli Asburgo in Spagna, i Tudor e gli Stuart in Inghilterra, se non un piccolo Re Savoia che da solo, per due volte, scende in guerra contro lo strapotente Impero austro-ungarico, che della penisola è il padrone e l'arbitro; per due volte viene sconfitto sul campo; ci rimette il trono; e va a morire esule in Portogallo? Si chiamava, come spero che anche lei ricordi, Carlo Alberto.
Gli storici dicono (e i fatti dimostrano) ch'era più sognatore che intelligente e che aveva agito per l'ambizione di diventare il primo Re d'Italia. Vorrei sapere quale altro fondatore di Stato europeo non è stato mosso dalla medesima ambizione.

Fu invece suo figlio, grazie al genio di un Ministro (scelto da lui) a fare l'Italia. Come? Nell'unico modo (l'aiuto militare francese e quello diplomatico inglese) in cui poteva essere fatta una Nazione, il cui popolo, salvo una sparuta minoranza, non voleva farla e l'accettò di malavoglia. E lei ora mi viene a chiedere in quale episodio si sia distinto un Savoia? E chi l'ha fatta l'Italia, se non i Savoia coi loro piccoli e antiquati, ma seri, Stato ed Esercito, e malgrado la loro ottusa mente di  soldatacci zotici e incolti?
lo non sono piemontese né savoiardo, e la tradizione della mia famiglia è, caso mai, repubblicana. Ma la verità sono abituato a rispettarla, e non ad accomodarmela secondo i miei gusti e pregiudizi. Nel '46 votai monarchico non perché ero amico di Umberto e di Maria José, che sarebbero stati un Re e una Regina esemplari. Ma perché capivo ch'essi rappresentavano l'unico filo che ci legava all'unica nostra tradizione nazionale: il Risorgmento. La rigiri come vuole, caro signore, ma la verità è questa: che senza Risorgimento non esiste una Storia nazionale italiana, e senza i Savoia non esiste Risorgimento.

Ecco perché io dico e ripeto che la Repubblica italiana può tenere i Savoia - anche se io non sono affatto d'accordo - fuori dal territorio italiano. Ma chi tenta di estrometterli dalla Storia d'Italia, se non è un analfabeta è certamente un falsario.

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