di Tommaso Francavilla
Sono due soldati italiani, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone. Avevano, come tali, il compito di difendere dai pirati, su
una rotta da essi particolarmente infestata, una nave che – all'ombra del
Tricolore- è territorio italiano. Avevano la responsabilità non soltanto della
nave in quanto tale, che è fonte importante di ricchezza e di lavoro, ma anche
un equipaggio altrimenti inerme nei confronti di soggetti notoriamente senza
troppi scrupoli. Hanno avvertito un pericolo ed hanno fatto i soldati, e cioè
il mestiere per cui sono pagati.
Per questo, con un vergognoso inganno, sono stati di fatto
sequestrati per quasi un anno da uno Stato che dovrebbe essere nostro amico e
che- praticando con loro una tecnica sadica del rinvio sistematico di decisioni
che avrebbero dovuto essere immediate e scontate- ha umiliato la divisa che
indossano, la bandiera sotto la quale hanno adempiuto al compito affidato, lo
Stato che servono ed il governo che lo rappresenta.
Nel frattempo questo Stato, il Nostro, ha risarcito le
famiglie delle presunte vittime e soltanto dietro il versamento di una
ulteriore mega-cauzione, dopo l’ennesimo beffardo rinvio della decisione di cui
sopra, hanno ottenuto di poter passare il Natale a casa, prevìì impegni
super-solenni a rientrare per farsi- chissà quando- processare per un reato che
non c’è e che comunque, se c’è, è stato compiuto in casa nostra ed è pertanto
competenza dei nostri organi giudicanti.
Ebbene, questo impegno, da chiunque assunto, estorto a
seguito di un inganno e per effetto di un comportamento illegittimo e
prepotente, è moralmente e giuridicamente nullo, e non deve essere mantenuto.
Abbiamo il diritto ed il dovere di tenerci i nostri Soldati, non
riconsegnandoli ai loro persecutori.
Gli Stati Uniti non ci hanno mica consegnato né chi si
macchiò del misfatto del Cermis né chi sparò a Callipari. I tedeschi si tengono
stretti anche i peggiori criminali sopravvissuti agli orrori della Seconda
guerra mondiale, e non ci hanno restituito nemmeno Kappler, quello delle
Ardeatine, fuggito dal nostro carcere in una valigia. Non soltanto non li
abbiamo reclamati, i boia slavi delle foibe, ma addirittura paghiamo loro una
pensione, così come ci siamo giustamente ben guardati dal consegnare a Tito i
nostri ufficiali,impudentemente accusati di crimini inesistenti quando semmai
sono stati vittime e testimoni di crimini altrui, difendendone le popolazioni
locali.
Non sono due criminali, Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone: sono due soldati italiani che hanno compiuto il loro dovere adempiendo
al compito loro affidato in territorio italiano. Non abbiamo né il dovere né il
diritto di riconsegnarli a chi ha già dimostrato di non avere alcun riguardo
non soltanto per loro, ma anche per la nostra Nazione che ne reclamava la
restituzione. A nessun altro che a noi, tramite i nostri organi giudicanti,
tocca valutarne i comportamenti. Hanno pagato, abbiamo pagato anche troppo. Non
devono, non dobbiamo più nulla ai loro persecutori.
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