NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 25 agosto 2020

Gioacchino Volpe

di Emilio del Bel Belluz

Gioacchino Volpe nacque nel 1876 a Paganica (L’Aquila ), e morì nel 1971 a Santarcangelo di Romagna. 
Fu uno dei più grandi storici che l’Italia abbia mai avuto. Uno studioso che dedicò con entusiasmo il suo tempo alle patrie istituzioni, all’insegnamento e all’educazione dei giovani.  
Mi è difficile pensare che molti studenti si interessino a questo grande personaggio. Dopo la morte di uno scrittore inizia per lui una nuova vita, fatta spesso di silenzi. E gli studenti d’oggi non sono motivati nello studiare i segni che uno scrittore lascia nel suo percorso umano. Questi segni sono gli articoli, i libri, le pubblicazioni, che ha lasciato. 
Non è stato possibile pubblicare il tanto materiale che ha scritto questo studioso. Le sue tante ricerche riguardano l’età medievale, e in modo particolare la civiltà dei Comuni. 
E’ doveroso, anche, ricordare che Gioacchino Volpe indossò l’uniforme del Regio Esercito nella Grande Guerra, meritandosi la medaglia d’argento a dimostrazione che il suo cuore di soldato non si sottrasse al pericolo per difendere la sua Patria. Il sentimento di patriottismo era molto forte allora, debolissimo adesso. 
Un breve cenno sulla sua vita: “Dal 1906 professore di storia moderna alla Regia Accademia scientifico-letteraria di Milano; dal 1924 alla  Facoltà di scienze politiche presso la Regia Università di Roma. Combattente decorato nella guerra italo-austriaca (1915-1918). Deputato al  Parlamento dal 1924-1929. “  Dal 1929, Accademico d’Italia. 
L’Accademia voluta da Mussolini includeva le persone più valide del mondo culturale italiano. In lui Mussolini trovò un validissimo storico che onorò quella nomina con grande tenacia e fu tra i fondatori della Enciclopedia Treccani. Un tempo era un grande lusso possedere questa opera monumentale, solo nelle Università e nelle grandi famiglie si poteva trovare. 
Quanti studenti si sono formati, studiando e consultando quella enciclopedia. Credo sia difficile elencare tutta la sua produzione, ci servirebbero delle pagine intere, come credo sia difficile pensare che qualcuno abbia raccolto i suoi scritti, ci vorrebbe una biblioteca per contenerli. 
In un articolo pubblicato nella rivista Bibliografia Fascista del marzo 1941, Adelmo Cicogna scrive: “ Gioacchino Volpe scrisse per un’enciclopedia, ed ora ha raccolto in volume ampliando il testo d’una appendice documentaria, un bel saggio sul regno di Vittorio Emanuele III, sintetizzando, con quella attitudine che è in lui singolare, la vicenda lunga e varia del quarantennio di regno.  Ma alla vicenda del regno, ha, opportunamente, premesso alcuni capitoli, tra i migliori del libro, in cui si ricorda succintamente la situazione politica, sociale, economica, morale e culturale, dell’Italia, di fresco uscita dalle lotte per l’unità e tuttora affaticata a risolvere i più gravi problemi dell’assestamento unitario, sul finire dell’Ottocento; si espongono i ricordi della giovinezza studiosa, ma anche ricca di un’eredità guerriera, del futuro re; si mostrano mentre questa giovinezza ancor è nel suo fiore, il rinnovarsi, per effetto dello slargarsi del suffragio  e per il primo farsi avanti della “Sinistra”, come per contingenze diverse. Il rinnovarsi della politica italiana, sia interna, come estera. Fondamento essenziale per la costruzione del nuovo Stato, ed anche quando sarà iniziato per il nuovo regno”.  
Nel libro  Vittorio Emanuele III, scritto da Volpe nel 1939,  uscito in una pregevole edizione, e fu capace di dare all’italiano la vera ed intima dimensione del Re. La sua analisi parte proprio dal momento in cui il sovrano sale al trono. Era uno dei  momenti più difficili dell’Italia,  dopo l’uccisione del Re Umberto I, da parte dell’anarchico Bresci. Il principe Vittorio Emanuele III si trovava con la principessa, sua consorte, in crociera, e venne avvertito dell’uccisione del padre.  Immagino la tristezza che accompagnò tale notizia, e il senso di paura che sentì in quel momento.  Fortunatamente gli era accanto l’amata Elena, una futura regina che avrebbe sempre trovato la forza per affrontare qualsiasi difficoltà, rimanendogli accanto con una fedeltà assoluta. Li univa anche la fede nel buon Dio. Gli avversari del re furono pronti a buttargli addosso del fango, con il risultato che il fango inzacchera chi lo butta, non chi lo riceve. Gioacchino Volpe fu uno studioso coraggioso e vero che non venne mai meno ai suoi principi ed il libro su Vittorio Emanuele ne è testimonianza. A nulla valgono i giudizi sommari e lapidari di quelli che sanno solo giudicare con disprezzo. 
Nel libro Vittorio Emanuele III si dice: “Bellissima pagina nella vita del Re, questa sua partecipazione alla guerra. Aveva animo di mettersi, a modo antico, alla testa dell’esercito e andare avanti. Volle invece che il comando supremo fosse affidato al Capo di Stato Maggiore, generale Cadorna. Ma per quattro anni, Vittorio Emanuele svolse opera assiduissima di vigilanza, di controllo, di consiglio, di eccitamento delle forze morali. 
Fu sempre presente fra i combattenti, in trincea o nei posti di osservazione, durante la battaglia o negli ospedali, ad animare, premiare, consolare, dare quotidiano esempio di coraggio e di tolleranza dei disagi, mettendo a profitto quella robustezza fisica, quella sobrietà, quelle buone doti di montanaro che erano suo patrimonio. La sua mensa era sempre di una frugalità spartana, chiunque vi partecipasse, e modestissima quella Villa Italia, immutata nel nome, anche se mutò il luogo e l’edificio, dove Egli alloggiava”.  Qualcuno potrà chiedersi cosa abbia rappresentato Gioacchino Volpe per la destra  italiana, quella destra coraggiosa di un tempo, nata grazie a quelli che non si sono arresi. Penso a Giorgio Almirante e a Pino  Romualdi,  uomini capaci di costruire  una barriera al comunismo, in momenti molto difficili come quelli del dopoguerra. Questi  uomini si sono sacrificati per un grande ideale, che in questi anni qualcuno ha calpestato. In quel tempo gli intellettuali erano vicini anche a Gioacchino Volpe, che anche se aveva aderito al partito monarchico, si era mosso nel campo della cultura, fondando le Edizioni Volpe. Un tentativo di far conoscere la cultura di destra e far riemergere degli autori conservatori che sarebbero rimasti sconosciuti. I libri delle Edizioni Volpe erano molto eleganti, dei piccoli tesori. 
Qualcuno scrisse: “ I libri hanno valore solo se guidano alla vita, se sanno servirla e giovarle. E’sprecata ogni ora di lettura  se da essa non scaturisce per il lettore una scintilla di energia, un senso di rinnovamento, un alito di nuova freschezza”. (Gianfranco Ravasi - L’Avvenire)  
Uno storico inglese altresì diceva che esistono i libri di ora e i libri di sempre. Quelle meravigliose Edizioni di Gioacchino Volpe sono i libri di sempre, sia quelli che ha scritto, sia quelli che ha pubblicato nella sua casa Editrice. Una delle riviste più importanti per quelli della mia generazione fu Intervento. Purtroppo una delle tante riviste di destra che hanno finito il loro percorso lasciando una voragine, uno spazio vuoto. Gioacchino Volpe aveva capito l’importanza che hanno i letterati, quella di lasciare una scia per molti intellettuali. Infatti,  ancora oggi lo rimpiangono a  quasi cinquant’anni dalla sua morte. Trascrivo una delle frasi di Machiavelli che Volpe citava: “Regolarsi su tutto ciò che gli altri fanno e da questo trarne lumi sui ciò che dobbiamo fare noi”.
E’ importante ricordare ciò che Gianluigi Chiaserotti scriveva: ”Il Re Umberto II (1904-1983) insignì  Gioacchino Volpe dell'Ordine Civile di Savoia il 15 settembre 1961, e lo creò conte il 16 febbraio 1967. In occasione del novantesimo compleanno (16 febbraio 1966), il Re, tramite il Ministro Falcone Lucifero (1898-1997), gli inviò il seguente telegramma: “Sovrano desidera Le giungano vive felicitazioni particolarmente affettuose ricorrenza Suo novantesimo genetliaco ricordando eminenti servigi resi da Vostra Eccellenza alla patria in una nobile vita di studio e di lavoro et formula fervidi voti perché Ella continui per lunghi anni ancora a servire et onorare l’Italia.”. Il nostro fu anche membro della Consulta dei Senatori del Regno dal 12 maggio 1960 e Presidente Onorario del Circolo di Cultura e di Educazione Politica Rex dal novembre 1968 fino alla morte, circolo dove fu un ricercato conferenziere su svariati argomenti. Gioacchino Volpe fu, senza dubbio, uno storico di ampi interessi e di tempra notevolissima. Qualità codeste che fanno di lui uno dei maggiori rappresentanti della cultura italiana del secolo XX.“

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