NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 14 agosto 2020

14 agosto 1897: un duello dimenticato


di Domenico Giglio

Tra le tristi conseguenze della battaglia d’Adua del 1 marzo 1896 vi furono le migliaia di soldati italiani prigionieri degli abissini ed i commenti sfavorevoli nei loro confronti della stampa straniera, specie francese forse dimentica dei rovesci subiti in altre battaglie da truppe francesi ed inglesi in Africa. Uno dei commenti meno nobili fu scritto dal principe Enrico d’Orleans e pubblicato dall'importante quotidiano francese “Figaro”, il 21 aprile 1897. Ora non poteva rimanere senza risposta questa ignobile offesa ai soldati italiani e fu un principe di Casa Savoia (dinastia la peggiore in Europa come decenni dopo ebbe la sfrontatezza di scrivere un certo Romita!), Vittorio Emanuele, Conte di Torino, nipote del Re Umberto, in quanto figlio del fratello, Amedeo, Duca d’Aosta, ad esigere la riparazione, sfidando a duello, era l’uso dell’epoca, il principe francese. Dopo tutti i preliminari, secondo le regole cavalleresche, magistralmente riportati, dagli originali manoscritti nel volume fuori commercio, edito da Mondadori (senza data) grazie al contributo di Lucio Zanon di Valgiurata, dopo avere avuto l’autorizzazione alla pubblicazione da parte del Re, la mattina alle 5 del 14 agosto 1897, nel “Bois des Marechaux”, località vicino Parigi, avvenne lo scontro alla spada tra i due Principi. Dopo una scalfittura per parte al quinto assalto, la spada del Conte di Torino procurò unna ferita, non mortale, all’addome del principe francese, subito soccorso dai medici presenti, come riportato nel verbale “ayant reçu dans la parti inferieur droit de l’adomen un coup d’epeè”. Così con la vittoria del Principe Sabaudo terminò il duello che ebbe ampio risalto sulla stampa estera e nazionale, restituendo così onore al soldato italiano e prestigio al Regno d’Italia ed alla Casa Regnante, “lezione di onore di italianità, data da un Savoia”..


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