NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 26 febbraio 2020

Una rosa rossa sulla tomba della Regina Giovanna di Bulgaria

di Emilio Del Bel Belluz  

Il 26 febbraio saranno trascorsi vent’anni dalla morte in esilio della Regina di Giovanna di Savoia, moglie di Re Boris III e sorella dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II. 
Qualcuno non la ricorda ma era la quartogenita del Re Vittorio Emanuele III e della regina Elena di Montenegro. 
La regina Giovanna era nata nel 1907 a Roma, dopo che il padre era diventato Re sette anni prima, in seguito all’uccisione di suo padre Umberto I. 
Per ricordare la sovrana farò deporre una rosa rossa sulla sua tomba ad Assisi proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte. La regina è sepolta in terra italiana, dove aveva chiesto di poter venire ad abitare dopo il referendum istituzionale che aveva visto sconfitta la monarchia in Bulgaria, ma le fu vietato, perché troppo stretti erano i rapporti dei nostri comunisti con quelli bulgari e, inoltre, non volevano dar un dispiacere a Mosca. 
Ha voluto essere sepolta in una cappella dei francescani ad Assisi, perché alcune vicende della sua vita avevano avuto come protagonista questa città e l’amore per S. Francesco. Quando era bambina si era gravemente ammalata, assieme alla sorella Mafalda di tifo e promise al buon Dio che se sarebbero guarite non avrebbero mai dimenticato il buon San Francesco a cui avevano affidato tutte le loro speranze. 
Entrambe le sorelle guarirono. In seguito, incontrò il Re Boris di Bulgaria, e nel 1930 si sposa, proprio ad Assisi, un posto che aveva nel cuore e che non dimenticherà mai. Questa cerimonia fu ripetuta anche in Bulgaria, con rito ortodosso, grazie alla mediazione del nunzio apostolico Roncalli, che telegrafò al Papa: ”Tutte le forme sacramentali del matrimonio sono state osservate”. Con il Monsignor Roncalli, la Regina di Bulgaria instaurò una grande amicizia, e previde che sarebbe diventato Papa. Egli scrisse questa previsione nel suo diario, ma senza alcuna convinzione. 
Ma quando questa ipotesi divenne realtà, la sovrana andò a trovarlo, assieme a tutta la sua famiglia. La vita della Regina Giovanna non fu un tappeto di rose, infatti, dovette affrontare il dramma della morte del suo consorte, nel 1943. Si racconta che fu avvelenato da Hitler, questo avvenne nel momento culminante della guerra. Al trono salì il figlio Simeone che aveva pochi anni, e nel 1946 dovettero allontanarsi dal Paese, dopo il referendum che vide vincitore la repubblica popolare. La regina chiese di tornare in Italia, ma la risposta fu negativa. L’Italia aveva mandato in esilio il fratello Re Umberto II, e non c’era posto per i Savoia. 
Rifiutata dall’Italia, trovò rifugio in Egitto, dove si trovavano la madre regina Elena e il suo consorte Re Vittorio Emanuele III. La famiglia in qualche modo si ricompattò, il dolore li univa. 
Un nuovo lutto li addolora: la morte del re Vittorio Emanuele III. In seguito, la Spagna di Franco la accoglie nella sua terra. Nel 1962 la Regina di Bulgaria lascia la Spagna dopo il matrimonio del figlio Re Simeone II, e va a vivere in Portogallo, a tre chilometri dalla residenza del fratello, re Umberto II, cui era molto legata. Il destino crudele li unisce, sono entrambi in esilio. Il destino del Re Umberto II, è più crudele non potendo mai tornare in Italia, né da vivo né da morto. 
La Regina di Bulgaria, invece, dopo la fine del comunismo potrà rivedere il Paese che l’aveva accolta dopo il matrimonio con Re Boris III. L’ultimo desiderio di questa regina lo realizzò nel 1999, la costruzione di una chiesetta disegnata da un architetto bulgaro e benedetta il 19 marzo dello stesso anno. Fu la prima chiesa ortodossa per i fedeli bulgari, in Portogallo. In questi anni pochi si sono ricordati di questa regina così buona e servizievole verso la patria lontana. 
La Regina di Bulgaria assieme al suo amato consorte aveva aiutato ben 48 mila ebrei a fuggire dalla Bulgaria, assicurando loro un transito sicuro verso aree non occupate dai nazisti. 
Gli Stati Uniti e Israele, resero omaggio alla famiglia dei reali di Bulgaria e Re Boris III fu dichiarato “ Giusto fra i Giusti”.

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