Il 26 febbraio saranno
trascorsi vent’anni dalla morte in esilio della Regina di Giovanna di Savoia, moglie
di Re Boris III e sorella dell’ultimo Re d’Italia, Umberto II.
Qualcuno non la
ricorda ma era la quartogenita del Re Vittorio Emanuele III e della regina
Elena di Montenegro.
La regina Giovanna era nata nel 1907 a Roma, dopo che il
padre era diventato Re sette anni prima, in seguito all’uccisione di suo padre
Umberto I.
Per ricordare la sovrana farò deporre una rosa rossa sulla sua tomba
ad Assisi proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte. La regina è
sepolta in terra italiana, dove aveva chiesto di poter venire ad abitare dopo
il referendum istituzionale che aveva visto sconfitta la monarchia in Bulgaria,
ma le fu vietato, perché troppo stretti erano i rapporti dei nostri comunisti
con quelli bulgari e, inoltre, non volevano dar un dispiacere a Mosca.
Ha
voluto essere sepolta in una cappella dei francescani ad Assisi, perché alcune
vicende della sua vita avevano avuto come protagonista questa città e l’amore
per S. Francesco. Quando era bambina si era gravemente ammalata, assieme alla
sorella Mafalda di tifo e promise al buon Dio che se sarebbero guarite non
avrebbero mai dimenticato il buon San Francesco a cui avevano affidato tutte le
loro speranze.
Entrambe le sorelle guarirono. In seguito, incontrò il Re Boris
di Bulgaria, e nel 1930 si sposa, proprio ad Assisi, un posto che aveva nel
cuore e che non dimenticherà mai. Questa cerimonia fu ripetuta anche in
Bulgaria, con rito ortodosso, grazie alla mediazione del nunzio apostolico
Roncalli, che telegrafò al Papa: ”Tutte le forme sacramentali del matrimonio
sono state osservate”. Con il Monsignor Roncalli, la Regina di Bulgaria
instaurò una grande amicizia, e previde che sarebbe diventato Papa. Egli
scrisse questa previsione nel suo diario, ma senza alcuna convinzione.
Ma
quando questa ipotesi divenne realtà, la sovrana andò a trovarlo, assieme a
tutta la sua famiglia. La vita della Regina Giovanna non fu un tappeto di rose,
infatti, dovette affrontare il dramma della morte del suo consorte, nel 1943.
Si racconta che fu avvelenato da Hitler, questo avvenne nel momento culminante
della guerra. Al trono salì il figlio Simeone che aveva pochi anni, e nel 1946
dovettero allontanarsi dal Paese, dopo il referendum che vide vincitore la
repubblica popolare. La regina chiese di tornare in Italia, ma la risposta fu
negativa. L’Italia aveva mandato in esilio il fratello Re Umberto II, e non
c’era posto per i Savoia.
Rifiutata dall’Italia, trovò rifugio in Egitto, dove
si trovavano la madre regina Elena e il suo consorte Re Vittorio Emanuele III.
La famiglia in qualche modo si ricompattò, il dolore li univa.
Un nuovo lutto
li addolora: la morte del re Vittorio Emanuele III. In seguito, la Spagna di
Franco la accoglie nella sua terra. Nel 1962 la Regina di Bulgaria lascia la
Spagna dopo il matrimonio del figlio Re Simeone II, e va a vivere in
Portogallo, a tre chilometri dalla residenza del fratello, re Umberto II, cui
era molto legata. Il destino crudele li unisce, sono entrambi in esilio. Il
destino del Re Umberto II, è più crudele non potendo mai tornare in Italia, né
da vivo né da morto.
La Regina di Bulgaria, invece, dopo la fine del comunismo
potrà rivedere il Paese che l’aveva accolta dopo il matrimonio con Re Boris
III. L’ultimo desiderio di questa regina lo realizzò nel 1999, la costruzione
di una chiesetta disegnata da un architetto bulgaro e benedetta il 19 marzo
dello stesso anno. Fu la prima chiesa ortodossa per i fedeli bulgari, in
Portogallo. In questi anni pochi si sono ricordati di questa regina così buona
e servizievole verso la patria lontana.
La Regina di Bulgaria assieme al suo
amato consorte aveva aiutato ben 48 mila ebrei a fuggire dalla Bulgaria,
assicurando loro un transito sicuro verso aree non occupate dai nazisti.
Gli
Stati Uniti e Israele, resero omaggio alla famiglia dei reali di Bulgaria e Re
Boris III fu dichiarato “ Giusto fra i Giusti”.
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