Da: Tricolore Agenzia Stampa
Guido Curto è un rampante
torinese di grande successo, figlio dell’egittologo Silvio, che da vice preside di Giovanni Ramella al liceo d’Azeglio diventò direttore dell'Accademia
Albertina, per poi approdare a palazzo Madama e infine alla Reggia di Venaria.
Una carriera sfolgorante per un professore liceale di storia dell’arte.
Adesso
Curto vuole cancellare dal circuito delle residenze sabaude il nome sabaudo.
La
notizia mi fa trasalire e mi domando chi sia Curto per poter decidere in modo
autoreferenziale di cancellare il nome dei Savoia dalle residenze che
appartennero alla Dinastia millenaria che si fonde con i destini del Piemonte e
dell’Italia.
Il cittadino Curto, proprio nel bicentenario della nascita del
primo Re d’Italia e Padre della Patria Vittorio Emanuele II, si permette di
ostracizzare un nome che non può essere cancellato.
Ricordi, se ne ha memoria
scolastica, Guido Curto il repubblicano Carducci che cantò i Savoia.
Mi sembra
l’erede dell’oscuro sindaco di Ceresole Reale che voleva togliere la parola
Reale dal nome del suo comune.
Piccola gente senza storia che non rispetta il
passato perché priva di umiltà e di decenza.
Il nome dei Savoia non si
cancella con una riga in rosso dei maestri elementari che vogliono indottrinare
gli allievi su una storia d’Italia che non c’è, se non nelle loro certezze
ideologiche obsolete che risalgono all'epoca del ‘68 quando al liceo
“d’Azeglio” sognavano di fare la rivoluzione che non venne.
Bisogna ribellarsi
al giacobinismo neo-grillino, del tutto fuori tempo del prof. Curto!
Pier Franco Quaglieni
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