Pubblichiamo questa schifezza solo per dovere di completezza
Lo staff
Il radio discorso del Presidente del Consiglio On. De Gasperi
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Il radio discorso del Presidente del Consiglio On. De Gasperi

Io non
sono un giurista, ma mi pare di ragionare secondo il buon senso. Del resto ha
forse il Governo diminuito o contrastato le prerogative della Corte di
Cassazione? La Corte rimane libera e nessuno di noi intende sovrapporsi ad
essa. Ma il Governo aveva il dovere di prendere quella posizione netta che gli
sembrava giusta, prevista dalla legge e atta a mantenere nel popolo la fede nel
metodo democratico e nella sua sovranità. Facendo ciò abbiamo tuttavia evitato
di venire meno all'esercizio del nostro diritto e, per spirito di conciliazione
verso il Paese e verso la parte soccombente, abbiamo contato di
come
si potesse almeno per pochi giorni ancora, evitare una rottura clamorosa.
Perché i consiglieri del Re, all'ultimo momento, sono venuti meno a questo
sforzo ed hanno consigliato di lanciare al Paese una parola così aspra? Mi ripugna
di rinnovare la polemica, anche perché il Re in molte circostanze del passato
l'ho sempre trovato conciliativo e ieri stesso nell'ultimo commiato coi suoi
familiari, e in contradizione con il proclama, ebbe parole di disciplina e di
concordia. So ben considerare umanamente la tragedia di quest'uomo che, erede
di una disfatta e di funeste, fatali compromissioni con la dittatura, si è
sforzato negli ultimi mesi di risalire la corrente a furia di pazienza e di
buon volere. Ma quest'ultima vicenda di una millenaria dinastia ci appare come
una parte della catastrofe nazionale; è una espiazione, ma tutti dobbiamo espiare,
anche coloro che non hanno avuto o ereditato le colpe della dinastia.
Vorrei
dire ai partiti; non impicchiamo, non accaniamoci, fra vinti e vincitori uno
solo è l'artefice del proprio destino: il popolo italiano, che si meriterà la
benedizione di Dio, creerà nella Costituente una repubblica di tutti, una
repubblica che si difende sì, ma non perseguita; una democrazia equilibrata nei
suoi poteri, fondata sul lavoro ma giusta verso tutte le classi sociali;
riformatrice, ma non sopraffattrice e soprattutto rispettosa della libertà
della persona, dei comuni, delle regioni.
Un
immenso lavoro ricostruttivo abbiamo innanzi a noi. La salita è faticosa.
Diamoci la mano, uomini di buona volontà; comunque sia stato il vostro o il
nostro voto, perché altrimenti senza questo sforzo comune non riusciremo. Ma
riusciremo: ho fede che il popolo italiano ha già nel cuore questo fermo
proposito e che sente già l'aculeo delle immediate esigenze sociali ed econo¬.
Bisogna mantenere l'ordine, bisogna lavorare, bisogna produrre. Coloro stessi
che si sentivano legati ad un giuramento, sono stati prosciolti da ogni obbligo
verso una persona e oggi l'impegno solenne vale per la Patria, e la Patria è il
popolo. Voglio riconoscere che questo proscioglimento è stato un atto ricostruttivo
in mezzo ad altri gesti polemici ed irritati dell'ultima ora.
Uniamoci,
italiani, nel pensiero della Patria e dimostriamo la saldezza della nostra
unità - lavoratori, forze armate, organi
dello Stato, ceti tutti - in con-fronto di chi insidia le nostre più care
frontiere, speculando sui nostri disordini interni e confermiamo, in vista
delle trattative di pace, che il popolo italiano è risoluto a difendere il
proprio sacrosanto diritto al suo avvenire ».
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