NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 25 maggio 2019

Il Duca Invitto, il Savoia generale che non fu mai sconfitto nella Grande Guerra

A 150 anni dalla nascita, il ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta. Il nipote: “Fu lui a sospendere i tribunali d’emergenza che giudicavano i sospetti disertori in trincea”



La tesa dell’elmetto Adrian proietta la sua ombra su un volto fine e signorile che contrasta col panneggio pesante e roccioso del pastrano militare. E’ il monumento al duca Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita. Sorge in piazza Castello a Torino e, realizzato dagli scultori Eugenio Baroni e Publio Morbiducci, fu inaugurato nel 1937 insieme ad altre sculture che raffigurano i soldati in quattro momenti topici: in attesa, prima, durante e dopo il compimento del proprio dovere. Cugino primo e coetaneo del re Vittorio Emanuele III, il duca d’Aosta ne costituiva l’antitesi, sia per la figura fisica - era alto e atletico - sia per il temperamento socievole e aperto. È stato uno dei più grandi generali italiani della Grande Guerra, e meritò l’appellativo di “Duca Invitto”, perché la III Armata che lui comandò non conobbe mai la sconfitta. Pur non essendo uno stratega o un tattico di capacità straordinarie, aveva un carisma antico che rese la sua armata una disciplinata e motivata macchina da guerra.
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