NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 15 maggio 2019

IL Cappello degli Alpini



L’adunata degli Alpini, a Milano, dell’11 maggio, nel centesimo anniversario della fondazione della loro  associazione nazionale, A.N.A., ha dato occasione ad articoli e servizi televisivi su questa imponente manifestazione, sul suo significato patriottico, e sulle vicende storiche di questo corpo, la cui origine risale ad un Decreto, del 15 ottobre 1872, firmato da Vittorio Emanuele II.
In questi ricordi e sul significato del tipico cappello, detto “alla calabrese”,“ dalla lunga penna nera”, si è anche ricordata la proposta, nel secondo dopoguerra, di abolire questo caratteristico copricapo. All’epoca ci fu in Parlamento una battaglia, da cui poi uscì vittoriosa la conferma del cappello alpino, ed in questa battaglia si distinse un parlamentare del Partito Nazionale Monarchico, il siciliano, allora colonnello, poi generale, Antonino Cuttitta, eletto nel 1948 e riconfermato per ben quattro Legislature.
L’on. Cuttitta, oltre alla battaglia per la conservazione del cappello piumato, fu un parlamentare attento a tutte le problematiche militari, con una costante presenza ai lavori della Camera dei Deputati, con ripetuti intervenenti, interrogazioni e presentazione di disegni di legge, sempre a vantaggio delle categorie più svantaggiate, militari e non, con grande competenza che gli fu riconosciuta anche dagli avversari politici. Parlamentare assiduo come pochi, coerente e fedele ai suoi ideali è ancora oggi un esempio da non dimenticare,che conferma il ruolo non secondario dei monarchici nella vita nazionale e parlamentare del primo dopoguerra.

Domenico Giglio

Nessun commento:

Posta un commento