NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 12 settembre 2017

Istria, Fiume e Dalmazia

La tragedia degli esuli

Definire Waldimaro Fiorentino uno scrittore prolifico e poligrafo è una realtà, perché, oltre ad aver firmato dodicimila articoli sui più vari argomenti, i suoi lavori più impegnativi spaziano dagli scienziati italiani, opera monumentale, patrocinata dalla Società Italiana per il Progresso delle Scienze, al mondo della musica e dell’operetta italiana, ai problemi religiosi della “Rerum Novarum”, a problemi storici e politici da De Gasperi, al rapporto di Casa Savoia con l’Alto Adige, al federalismo e decentramento, alla questione istituzionale vista dal punto di vista monarchico, agli italiani in Egitto, alla genesi della prima guerra  mondiale ed ora agli esuli dell’Istria, Fiume e Dalmazia.
Il volume così intitolato “Istria, Fiume e Dalmazia – La tragedia degli esuli“ (Edizioni Catinaccio – Bolzano – maggio  2017 – Euro 15,00), uscito da pochi mesi e che ha avuto importanti e positive recensioni sui quotidiani trentini ed altoatesini, è una precisa documentazione storica dal 1800 ad oggi della vita e delle azioni che gli italiani di queste terre hanno compiuto per riaffermare la loro italianità sotto il governo asburgico, e poi, dopo il purtroppo breve  periodo del loro ricongiungimento al Regno d’Italia, nel triste e tragico dopoguerra della seconda guerra  mondiale sotto la ben peggiore oppressione comunista titina, terminato con la partenza e l’abbandono della terra natia e dei beni, da  parte  della grande maggioranza della popolazione di lingua, cultura e tradizione italica. Esuli che non sempre furono accolti in Italia, specie all’inizio, con sentimenti fraterni particolarmente da parte dei comunisti, per i quali la solidarietà ideologica con la Jugoslavia, era superiore alla solidarietà nazionale.
Secondo il suo stile e metodo Waldimaro Fiorentino, approfondisce date e nominativi di persone nate in quelle terre, frutto di una non certo facile ricerca storico anagrafica, che rendono il suo testo difficilmente oppugnabile e discutibile. Ed a date e nominativi, di coloro, numerosi, che si distinsero in tutti i campi e che ben operarono per l’italianità, nomi che in molti casi lasceranno sorpresi i lettori, si aggiungono cifre e statistiche altrettanto precise per cui libri come questo sono come pietre miliari della storia di terre dove Venezia aveva impresso il suo stampo d’italianità, che dopo la sua caduta, venne ripreso in quel più vasto movimento nazionale che fu il Risorgimento, con l’unità raggiunta, sia pure parziale, nel 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia. Ed al Regno d’Italia da tale data al 1915, inizio della IV Guerra d’Indipendenza, guardarono, sperarono e dettero anche un contributo di sangue, gli italiani di queste terre. Quindi Irredentismo e senso nazionale che suscitarono la reazione politica, poliziesca, e snazionalizzatrice dell’impero austro-ungarico, a vantaggio di slavi e croati, così ben documentata ed approfondita da Fiorentino, di cui è doveroso ricordare le sue ragionate convinzioni monarchiche sabaude che lo portarono, giovanissimo, ad iscriversi al Movimento Giovanile del Partito Nazionale  Monarchico ed il suo impegno successivo che lo ha visto per decenni rappresentante monarchico nel Consiglio Comunale di Bolzano.
Domenico  Giglio 

Nessun commento:

Posta un commento