NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 22 ottobre 2016

I monarchici a difesa della Repubblica: "Votiamo no alla riforma Boschi"

c.solimene@iltempo.it



«Al referendum Costituzionale voterò no. Dà troppo potere a un lato solo della politica». 
Giusto un mese fa era stato Amedeo di Aosta a spiazzare tutti. L’erede dell’ultima dinastia regnante in Italia che si schierava in difesa di quella stessa Costituzione che, all’articolo 139, rende di fatto impossibile il ritorno della monarchia. 
Alle dichiarazioni del Savoia che, stando alla Consulta del Regno incaricata da re Umberto II di dirimere le questioni dinastiche, sarebbe il re d’Italia se oggi ci fosse ancora la monarchia, seguirono diverse polemiche. 
Come se a un Savoia non fosse permesso esprimersi su una questione che ha visto schierarsi persino Barack Obama.
Fatto sta che, da quella pronuncia, dall’universo dei nostalgici del re non erano arrivati altri segnali. Fino ad oggi. 
Alessandro Sacchi, presidente dell’UMI (Unione Monarchica Italiana) annuncia infatti a Il Tempo la mobilitazione della sua associazione contro la riforma Boschi. Per difendere la Carta repubblicana, insomma, si smuovo anche i fan della Corona.

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