NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 6 febbraio 2016

San Leopoldo e gli occhi della Madonna


di Emilio Del Bel Belluz
S.Leopoldo Mandic,  il Santo di Padova è partito per Roma, le sue spoglie sono state volute dal papa assieme a quelle di padre Pio. La  cronaca televisiva dell’evento  ha però dato spazio pressoché totale a padre Pio.
 Ancora una volta, il Santo che ha passato tutta la vita a confessare gli altri,  è rimasto umilmente in disparte. Credo che questo sarebbe piaciuto a S. Leopoldo, lui era un frate umile, un frate che aveva accettato la sua vita come un dono da porre a servizio degli altri, e per questo non si era mai mosso dal suo convento. 
San Leopoldo Mandic morì nel 1942 e i bombardamenti degli americani su Padova non distrussero la sua umile cella, come egli aveva previsto quando  era ancora  in vita.
In quella cella di pochi metri quadrati, aveva passato l’intera sua vita, rimanendo vicino agli umili. Durante quel bombardamento, oltre alla sua cella, si era salvata in modo miracoloso la Madonna che lui aveva sempre amato. Davanti a quella statua aveva passato molte ore in preghiera . Quella Madonna aveva gli occhi tristi; almeno così ho sempre pensato. Una Madonna con gli occhi pieni di  malinconia, come quelli di una madre che soffre per i propri figli lontani.
Il buon S.Leopoldo si rivolgeva a lei chiamandola: “ La Parona” . Nella mia vita ho attraversato un periodo di grande difficoltà, di grande sofferenza e di grande tormento, tali da impedirmi di dormire. Fu allora che entrò nella mia vita S. Leopoldo, il Santo che aiuta tutte le persone. Anni prima avevo visitato il santuario dove aveva vissuto, e sono stato avvolto da quel clima di pace e di tranquillità interiore . Il pellegrino che vi giunge la prima volta vi rimane affascinato. 
Dopo l’incontro con S. Leopoldo, il mio dolore cominciò a darmi tregua e gradualmente incominciai a riposare e ad affrontare la vita con più coraggio. Per ringraziare il Santo del suo aiuto feci dipingere sulla parete della mia casa una sua immagine , eseguita dall’artista mottense,  Antonio Lippi. Sotto gli feci scrivere una frase del Santo : ” Fede, abbiate fede. Dio è medico e medicina”.
Queste sue parole erano diventate il mio riferimento spirituale. Sotto l’immagine vi collocai una luce che lo illuminasse tutta la notte.
Se mi capita di svegliarmi durante la notte vado a vedere il suo affresco e prego il Santo. 
Un giorno, lessi su un giornale, che in Crimea c’era una piccola comunità di italiani, che  aveva il desiderio di ricevere una Madonna da collocare nella chiesa che era stata restituita al culto dopo la guerra. Questa chiesa fu spogliata durante la seconda guerra mondiale e trasformata in un magazzino. Questi italiani erano i figli e parenti di quegli  uomini che Stalin aveva perseguitato,  considerandoli dei nemici.
Stalin stesso li aveva deportati in Siberia, imbarcandoli sulle navi, come bestie nelle stive e poi furono chiusi in carri bestiame. Molti di loro morirono durante  il viaggio verso la Siberia. Lessi di una madre a cui era morta la figlioletta a causa del freddo e della fame.
Per timore, che i Russi la potessero buttare dal treno, la tenne stratta al suo petto per molti giorni anche se era morta. I nostri italiani vennero deportati a migliaia e i loro beni vennero confiscati, verso gli italiani venne fatta una durissima persecuzione.  Quelli che erano ritornati lo dovevano al fatto di aver resistito a ogni angheria con una forza indefinibile.
Leggendo questa bella testimonianza mi commossi. Comprai una statua della Madonna con il volto uguale  a quella di S.Leopoldo Mandic  e feci dipingere dall’artista  Lippi  la Madonna dei Miracoli di Motta con i due angeli accanto. Questa pittura fatta su legno costituiva il coperchio di una cassa in cui venne riposta la statua della Madonna per la spedizione.
Il parroco di Motta di Livenza, Monsignor Bruseghin,  in una cerimonia molto commovente  la benedì. Lo stesso Monsignore fece una lettera indirizzata al parroco della comunità italiana in Crimea.
La Madonna  di S. Leopoldo arrivò sana e salva a destinazione, grazie all’ aiuto dell’associazione “ l’uomo libero”. Il sacerdote la mise all’interno della chiesa, su un  altare  e venne benedetta. Questo è uno dei momenti che ha ulteriormente fatto conoscere la mia venerazione verso il Santo. 
Lo scorso anno questa comunità d’italiani ha visto finalmente riconosciuto lo status di perseguitati. In un viaggio che Berlusconi ha fatto in Crimea, ha sollecitato Putin che ha firmato l’ atto  che riconosce  i diritti a questa minoranza di italiani perseguitati da Stalin. Tale è la mia devozione verso S. Leopoldo che ho voluto donare una statua della Madonna che lo ricordi alla comunità di Brische , che è stata benedetta dal parroco Don Mario Bontempi. Mi auguro, che S. Leopoldo Mandic a Roma, possa essere venerato anche da chi non ne conosceva prima di adesso la sua esistenza e il suo operato di frate umile e buono.   

1 commento:

  1. Grazie per l'articolo. Da postare s google+
    Giuseppe
    Giubra63 su google+

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