di Emilio Del Bel Belluz
S.Leopoldo Mandic, il Santo di Padova è partito per Roma, le sue
spoglie sono state volute dal papa assieme a quelle di padre Pio. La cronaca televisiva dell’evento ha però dato spazio pressoché totale a padre
Pio.
Ancora una volta, il Santo che ha passato
tutta la vita a confessare gli altri, è
rimasto umilmente in disparte. Credo che questo sarebbe piaciuto a S. Leopoldo,
lui era un frate umile, un frate che aveva accettato la sua vita come un dono
da porre a servizio degli altri, e per questo non si era mai mosso dal suo
convento.
San Leopoldo Mandic morì nel 1942 e
i bombardamenti degli americani su Padova non distrussero la sua umile cella,
come egli aveva previsto quando era
ancora in vita.
In quella cella di pochi metri
quadrati, aveva passato l’intera sua vita, rimanendo vicino agli umili. Durante
quel bombardamento, oltre alla sua cella, si era salvata in modo miracoloso la
Madonna che lui aveva sempre amato. Davanti a quella statua aveva passato molte
ore in preghiera . Quella Madonna aveva gli occhi tristi; almeno così ho sempre
pensato. Una Madonna con gli occhi pieni di
malinconia, come quelli di una madre che soffre per i propri figli lontani.
Il buon S.Leopoldo si rivolgeva a
lei chiamandola: “ La Parona” . Nella mia vita ho attraversato un periodo di
grande difficoltà, di grande sofferenza e di grande tormento, tali da impedirmi
di dormire. Fu allora che entrò nella mia vita S. Leopoldo, il Santo che aiuta
tutte le persone. Anni prima avevo visitato il santuario dove aveva vissuto, e
sono stato avvolto da quel clima di pace e di tranquillità interiore . Il
pellegrino che vi giunge la prima volta vi rimane affascinato.
Dopo l’incontro con S. Leopoldo, il
mio dolore cominciò a darmi tregua e gradualmente incominciai a riposare e ad
affrontare la vita con più coraggio. Per ringraziare il Santo del suo aiuto
feci dipingere sulla parete della mia casa una sua immagine , eseguita
dall’artista mottense, Antonio Lippi.
Sotto gli feci scrivere una frase del Santo : ” Fede, abbiate fede. Dio è
medico e medicina”.
Queste sue parole erano diventate
il mio riferimento spirituale. Sotto l’immagine vi collocai una luce che lo
illuminasse tutta la notte.
Se mi capita di svegliarmi durante
la notte vado a vedere il suo affresco e prego il Santo.
Un giorno, lessi su un giornale,
che in Crimea c’era una piccola comunità di italiani, che aveva il desiderio di ricevere una Madonna da
collocare nella chiesa che era stata restituita al culto dopo la guerra. Questa
chiesa fu spogliata durante la seconda guerra mondiale e trasformata in un
magazzino. Questi italiani erano i figli e parenti di quegli uomini che Stalin aveva perseguitato, considerandoli dei nemici.
Stalin stesso li aveva deportati in
Siberia, imbarcandoli sulle navi, come bestie nelle stive e poi furono chiusi
in carri bestiame. Molti di loro morirono durante il viaggio verso la Siberia. Lessi di una
madre a cui era morta la figlioletta a causa del freddo e della fame.
Per timore, che i Russi la
potessero buttare dal treno, la tenne stratta al suo petto per molti giorni
anche se era morta. I nostri italiani vennero deportati a migliaia e i loro
beni vennero confiscati, verso gli italiani venne fatta una durissima
persecuzione. Quelli che erano ritornati
lo dovevano al fatto di aver resistito a ogni angheria con una forza
indefinibile.
Leggendo questa bella testimonianza
mi commossi. Comprai una statua della Madonna con il volto uguale a quella di S.Leopoldo Mandic e feci dipingere dall’artista Lippi
la Madonna dei Miracoli di Motta con i due angeli accanto. Questa
pittura fatta su legno costituiva il coperchio di una cassa in cui venne
riposta la statua della Madonna per la spedizione.
Il parroco di Motta di Livenza,
Monsignor Bruseghin, in una cerimonia
molto commovente la benedì. Lo stesso
Monsignore fece una lettera indirizzata al parroco della comunità italiana in
Crimea.
La Madonna di S. Leopoldo arrivò sana e salva a
destinazione, grazie all’ aiuto dell’associazione “ l’uomo libero”. Il
sacerdote la mise all’interno della chiesa, su un altare
e venne benedetta. Questo è uno dei momenti che ha ulteriormente fatto
conoscere la mia venerazione verso il Santo.
Lo scorso anno questa comunità
d’italiani ha visto finalmente riconosciuto lo status di perseguitati. In un
viaggio che Berlusconi ha fatto in Crimea, ha sollecitato Putin che ha firmato
l’ atto che riconosce i diritti a questa minoranza di italiani
perseguitati da Stalin. Tale è la mia devozione verso S. Leopoldo che ho voluto
donare una statua della Madonna che lo ricordi alla comunità di Brische , che è
stata benedetta dal parroco Don Mario Bontempi. Mi auguro, che S. Leopoldo
Mandic a Roma, possa essere venerato anche da chi non ne conosceva prima di
adesso la sua esistenza e il suo operato di frate umile e buono.
Grazie per l'articolo. Da postare s google+
RispondiEliminaGiuseppe
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