di CATERINA CERESA
C’era il pubblico delle grandi occasioni mercoledì 27 gennaio alla seduta
di consiglio e la cosa non sorprende: la questione principale di cui si doveva
discutere – quella dello stemma e del gonfalone – è molto sentita dalla
cittadinanza. E’ stata invece parzialmente una sorpresa la divisione che si è
manifestata, per la prima volta dall’insediamento dell’attuale
amministrazione, tra il sindaco e la sua maggioranza.
[..]
Un po’ maliziosamente i consiglieri di opposizione hanno fatto notare
che, se i loro colleghi della maggioranza avessero deliberato a favore di
un nuovo simbolo, ci si sarebbe trovati davanti ad un “teatro dell’assurdo” dal
momento che due mesi prima avevano detto di essere contrari. Hanno inoltre
proposto di rinviare la decisione, anche per chiarire delle incongruenze:
Venaria (che si fregia del titolo di “Reale” come Ceresole) ha nel suo stemma
la corona sabauda. “Perché loro sì e noi no?” – si sono chiesti.
Piuttosto irritato (come gli succede regolarmente se viene contraddetto) il
sindaco ha accusato Durbano di portare argomentazioni astruse per colpa
della sua laurea in Geografia mentre lui, diplomatosi ragioniere con un
semplice “40”, ha le idee molto più chiare. Ha anche ripetuto il suo principio
ispiratore: “Solo gli idioti non cambiano mai idea. Cambiare idea è segno di
intelligenza”. Dal che si può dedurre che, se i suoi avessero votato in modo
difforme rispetto alle posizione assunte due mesi prima, sarebbero stati
meritevoli di lode. “Votiamo pure sulla richiesta di sospensiva – ha detto – Io
sono contrario!” ed ha alzato la mano mentre Durbano dichiarava: “Dopo il
voto negativo lasceremo spazio al trionfo dell’intelligenza, uscendo
dall’aula”.
IL SINDACO SMENTITO DAI
SUOI
Niente teatro dell’assurdo ma, al contrario, un colpo di scena: nelle fila
della maggioranza si è aperta una crepa, che poi si è allargata.
Il sindaco ha alzato la mano in solitudine e l’ha tenuta così, da solo, per
qualche istante: nessuno lo ha seguito.
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