NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 16 settembre 2020

Il Re Buono Umberto II

 

di Emilio Del Bel Belluz

Il 15 settembre 1904 nacque a Racconigi il futuro Re d’Italia, il principe Umberto, figlio del Re Vittorio Emanuele III, e della Regina Elena di Montenegro. In questi giorni mi è capitato spesso di pensare a lui ed alla sua vita. 

Il Re Umberto II era un sovrano cattolico, lo fu per tutta la vita, dimostrando un grande attaccamento ai valori cristiani che anch’io condivido. Il primo pensiero della giornata era quello di iniziarla con la Santa Messa, e con la comunione. La sua integrità morale, la sua educazione gli avevano dato dei principi che non potevano essere diversi. Il 15 settembre non so quanti si recheranno a Racconigi, davanti al Castello dove è nato e vi porteranno un fiore, una preghiera, un pensiero. 

Qualcuno farà sventolare dal balcone la bandiera sabauda che rappresenta gli italiani che hanno voluto mantener fede a Casa Savoia che ha fatto l’Unità d’Italia. In questi tempi così difficili, dove tutto vacilla, il mantener fede agli ideali monarchici, credo sia ciò di più profondo si possa fare. La monarchia non potrà mai essere cancellata dalla storia d’Italia, come vorrebbero quelli che si dimenticano di ricordare il nostro percorso storico. La patria un tempo era amata, ora viene cancellata da quelli che vogliono la sua fine. Gli italiani provavano gratitudine verso quelli che avevano costruito questo stato, sacrificando la propria vita, donando il proprio sangue per la nostra cara Italia. Il 18 marzo 1983 gli italiani appresero della morte del sovrano in una clinica svizzera. La data entrò nel libro della storia, Re Umberto II, finalmente, aveva finito di soffrire. Il suo cuore forte aveva ceduto, anche se fino all’ultimo aveva dimostrato di accettare quello che il cristiano vede come la chiamata verso il paradiso. Avrebbe incontrato il padre, la madre Regina Elena del Montenegro e la sorella Mafalda che si era immolata per la sua famiglia. Il Re Umberto II amava la sorella ed era rimasto sconvolto dopo la sua terribile agonia patita in un lager, pagando colpe non sue. 

Questa vita che viviamo non è mai facile, recitando la Salve Regina, ad un certo punto, si dice che la vita è “ una valle di lacrime” , e questo il sovrano che visse in esilio quasi quaranta lunghi anni lo aveva capito, e la morte fu per lui come una liberazione. Lo scrittore Curzio Malaparte nel suo libro La pelle scrisse: “ Non so quale sia più difficile, se il mestiere del vinto o quello del vincitore. Ma una cosa so certamente, che il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori. Tutto il mio cristianesimo è in questa certezza, che ho tentato di comunicare agli altri nel mio libro”. Quello che accadde al Re non si può chiamare una sconfitta, il referendum tra monarchia e repubblica, non fu così trasparente. La vittoria della repubblica fu viziata da brogli elettorali e da un clima difficile, nessuno può dimenticare quello che disse Nenni : “ O la repubblica o il caos”. 

Il Re che amava il suo paese accettò di evitare una guerra civile, perché già troppi morti c’erano stati. Quello che non si sarebbe mai aspettato era di trascorrere tutta la sua vita in esilio, senza poter ritornare in Italia, per morirvi. La solitudine fu alleviata da quelli che non lo hanno mai dimenticato. Lo scrittore Jean Giono scriveva in un suo piccolo capolavoro, che meriterebbe esser letto da tutti, perché si parla della natura, degli alberi, di un uomo che visse tutta la sua vita in solitudine e riuscì a fare un miracolo, piantando migliaia di alberi e trasformando in foresta, una valle che era spoglia. 

Jean Giono scrisse delle parole che io credo possano essere dedicate al re d’Italia: “ Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile”. Re Umberto II fu un sovrano umile, che amava il suo popolo, che ha lasciato una profonda traccia nel suo cammino. 

Questa traccia la si vede ancora adesso, e la si vedrà sempre. Il 15 settembre qualcuno metterà una rosa sulla sua tomba in Francia, e vi sosterà, davanti, in preghiera. Nella solitudine della chiesa si udranno i canti degli umili frati, perché in quella stupenda abbazia è sepolto un grande italiano che da troppi anni attende giustizia, avendo sempre agito con correttezza e con il cuore..


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