NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 11 luglio 2016

La Madonna in ricordo del Re

di Emilio Del Bel Belluz  

Mi è capitato in questi giorni di prendere in mano un libro che mi fu donato da Re Umberto II, con la sua dedica. Il volume è:” Il Re dall’Esilio di Falcone  Lucifero”. 
In questo libro vi era conservata la lettera che lo accompagnava e che così diceva: “ Egregio Signore, Sua Maestà il Re, grato per il pensiero, ricambia vivamente i migliori auguri ed invia memori saluti. Per incarico della Maestà Sua, in data odierna in plico raccomandato a parte, le viene spedito il volume “ Il Re dall’Esilio che il Sovrano ha voluto destinarLe”. 
Il libro e la lettera arrivavano da Villa Italia. Ogni volta che prendo tra le mani questa lettera per leggerla, il mio pensiero va al Re che nel 1982 ha voluto farmi questo dono. Dal Sovrano avevo pure ricevuto una foto con una Sua dedica, che da sempre è appesa su una parete della mia biblioteca.

Mi capita spesso di soffermarmi a leggere il libro. Ieri ho riletto le pagine che parlano del viaggio del pellegrinaggio del sovrano a Lourdes. “ Il giorno nove maggio 1976 Sua maestà il  Re ha preso parte al pellegrinaggio dei Cavalieri Del Sovrano Militare ordine di Malta. 
Nella circostanza si è lungamente intrattenuto con gruppi di ammalati di vari paesi e particolarmente con gli italiani dando a ciascuno il Suo augurio ed interessandosi al loro stato e alle loro famiglie”. 
Questa lettura mi ha fatto dedurre che il Re doveva essere molto devoto alla Madonna di Lourdes e me lo sono immaginato che la pregasse con la stessa devozione ed intensità che aveva dimostrato nella chiesetta del villaggio di pescatori a Cascais. 

La Sua devozione alla Madonna di Lourdes mi ha dato l’idea di scrivere al parroco di Cascais, informandolo che avrei intenzione di inviargli una statua della Madonna di Lourdes, da collocare nella chiesetta dove il Sovrano andava ad assistere alla messa. Con questo gesto vorrei ringraziare il popolo portoghese che ha permesso al Re Umberto II di stare in quella terra e di vivere una solitudine meno dolorosa.
Lo stesso gesto fatto in memoria del Re non sarebbe possibile attuarlo in Italia, perché qualsiasi iniziativa atta a ricordare il Sovrano viene  osteggiata. Infatti alcuni mesi fa fu decapitata una statua raffigurante il povero Re. 
Quando il Re era in esilio ho immaginato mille volte di recarmi a Cascais per  dimostrargli l’affetto di un italiano che non si era dimenticato di Lui. L’avrei atteso in una domenica di maggio davanti alla porta della chiesa e mi sarei inchinato davanti a lui. In quel tempo però ero studente e con poco denaro nelle tasche e non ho potuto realizzare mai quel sogno. 
Mi sarebbe tanto piaciuto avere una foto che mi ritraesse assieme al mio Re. Quante volte osservando il suo ritratto posto nella mia biblioteca ho parlato con il cuore al Re così nobile. Quel Re che come scriveva Giovanni Mosca: “ Dedico alla lettura molte ore della mia giornata. Quello che più rimpiango è la biblioteca di  Napoli sparita. D’una metà dei volumi le truppe d’occupazione si sono servite per accendere il fuoco. L’altra metà è andata dispersa, e di molti volumi leggo ogni tanto i titoli nei cataloghi che gli antiquari d’ogni parte del mondo. Ma è raro che mi riesca di comprarli. I cataloghi giungono in ritardo, e quasi sempre mi si risponde che i libri che cerco, i miei libri, sono stati venduti. Ora sono alla ricerca di un Petrarca tutto annotato da D’Annunzio e da questi regalatomi. Ne seguo da lontano i passaggi da un compratore all'altro. Arrivo sempre in ritardo. Ho recuperato molte buone edizioni del Leopardi.  Me ne manca ancora una del 1824, “Le canzoni del conte Giacomo Leopardi“, stampate a Bologna dal Nobili. Le donò Giosuè Carducci alla regina Margherita, e mia nonna le fece regalo a me”.


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