NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 10 novembre 2015

Celebrata a Catania la Vittoria nella Grande Guerra con una importante conferenza a San Camillo

Ci dobbiamo scusare... Abbiamo la brutta abitudine di non aprire spesso la casella della posta elettronica e, ahimè, ci perdiamo delle date importanti. Come questa.
Ci scusiamo con gli amici di Catania e con i nostri lettori. 





Nella splendida cornice della settecentesca sacrestia della chiesa di San Camillo ai Crociferi, ubicata nella scenografica via omonima, chiesa adesso intitolata ai Mercedari che ne gestiscono l'uso, ospiti - mercé la gentile disponibilità del Barone Sorbera de Corbera - dell'Ordine dedicato a Nostra Signora della Mercede, si è svolto il 4 novembre l'incontro organizzato dall'Associazione Akkuaria, relativo al ciclo "Le giornate della memoria", dedicato appunto alla prima guerra mondiale, di cui il 4 novembre è giornata fatidica, poiché rammenta la Vittoria in quell'immenso conflitto; essendo anche festa delle Forze Armate e dell'Unità nazionale.


Allietata da pubblico folto e altamente qualificato, la serata si è svolta secondo il più perfetto rito della commemorazione dei nostri gloriosi caduti, in nome dell'Italia emanuelina e di quel popolo che pugnò e morì per la Patria: al suono della Marcia Reale, della Leggenda del Piave e del bollettino della Vittoria (riportato dalla voce del Maresciallo Diaz), i convenuti nel rituale attenti, si aprì la serie di interventi, coordinati dal primo relatore, dott. Francesco Giordano, storico e saggista. 
Egli ha voluto ricordare alcuni nomi di eroi che fecero la storia di quei tre anni di sofferenza e gloria, da Enrico Toti al generale Cascino, l'eroe della "valanga che sale"; dal Grappa al Carso al Piave ove rifulse la grandezza tragica dei semplici fanti, tutto secondo le ferree leggi di guerra dietro le quali, al comando supremo, stava il Re, Vittorio Emanuele III,  che giustamente venne detto Soldato poiché come umile fantaccino calcò le trincee e rimase al fronte per tutta la durata della guerra, incarnando lo spirito autentico della Nazione: a tal proposito egli lesse la poesia "Per il Re" di D'Annunzio. Così come fu precisato che popoli diversissimi per indole e linguaggi, si trovarono in quella tragica circostanza amalgamati e uniti sotto il glorioso tricolore e nella bigia uniforme di soldati,  scrisse altro combattente poi famoso, Ungaretti, ritrovaronsi quale culla avita, mescendo il pane della unità italiana mai sino ad allora raggiunta, che fu commistione di sangue, Luce oltre la tenebra della perduta Parola. Medesimemente egli volle ricordare il sacrifizio di Carlo Delcroix, grande invalido e fondatore dell'Associazione Mutilati, profondamente cristiano e aedo di quel dolore che non fa perdere mai la speranza, perché essa si disvela come una catarsi cosmica nel desiderio di vivere anche nelle sventure, se vi è Amore.

Vera Ambra, a cui si deve l'idea delle iniziative commemoranti le guerre, ha parlato a nome dell'Associazione Akkuaria e della omonima casa editrice, della antologia di scritti sul primo conflitto, che è stata presentata di recente a cura della omonima casa editrice, e annunciato che il percorso di recupero della memoria continuerà con altro volume di testimonianze sulla seconda guerra.

Infine il noto oratore, già esponente del partito monarchico, avvocato Nello Pogliese, cassazionista, ha affascinato l'uditorio dispiegando la sua analisi in stile tacitiano non solo sul filo della nostalgia per le testimonianze di prima mano avute dai reduci di quel conflitto, ma anche analizzando con metodologia sociologica le cause che dalla triplice alleanza al passaggio all'Intesa, promossero l'intervento italiano e, inevitabilmente, non mancando di far notare la pochezza del momento storico attuale, a fronte della importanza della Patria italica nella politica estera, specie negli anni tra le due guerre. Egli infine precisò che seppure nostri nemici, gli austro-tedeschi ebbero le loro ragioni per entrare in guerra, e si avventurò nella ricerca delle cause del disastro di Caporetto, cui seguì la gloriosa avanzata del 1918 con la vittoria a Trento e Trieste.

La serata riuscì infine a riportare l'attenzione ed i cuori verso un periodo storico solo apparentemente distante, le cui conseguenze tuttavia sono tremendamente attuali e permangono nella coscienza collettiva.
                                                                                                                                F.P

http://fogliesparsescrittivarii.blogspot.it/2015/11/celebrata-catania-la-vittoria-nella.html

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