I monarchici italiani legati a Casa Savoia, certo, non apprezzano che i personaggi di ieri e di oggi della ex Casa regnante d'Italia appaiano, tra storia e cronaca, figurine di serie B, talvolta messe alla berlina dai loro stessi comportamenti. Del resto, Indro Montanelli, in una delle imperdibili «Stanze» pubblicate sulla «Domenica del Corriere», commentando con disgusto il cinismo con cui i rotocalchi dell'epoca raccontavano la tempestosa relazione tra la principessa Maria Beatrice (Titti) e l'attore di borgata Maurizio Arena, e annotando che la maggior parte dei Savoia erano rozzi soldati «piuttosto sordi agli ideali democratici» e che «specialmente Vittorio Emanuele III si mostrò, nell'emergenza, inferiore ai propri compiti», concludeva, però: «C'è una cosa che invece è indiscutibile perché la Storia è lì a documentarlo: dal 1848 in poi il nome stesso dell'Italia si confonde con quello dei Savoia. Quindi, sputare su di loro è come sputare sul Risorgimento».Di sicuro, non intende sputare sul Risorgimento Enrico Mannucci, autore di Casa Savoia.
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