440 anni di Storia e di Tradizione
(1572-2012)
di Gianluigi CHIASEROTTI
Cade quest’anno il quattrocentoquarantesimo anniversario della nascita
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, uno degli Ordini squisitamente dinastici
della Real Casa di Savoia [gli altri sono l’Ordine Supremo della Santissima
Annunziata, di cui cadono i 650 anni dalla fondazione (1362-2012), l’Ordine
Civile di Savoia e l’Ordine al Merito di Savoia].
Ma più che di una “nascita”, si
deve parlare di una “restaurazione”,
o meglio di una “unificazione” in
quanto entrambi gli ordini (di San Lazzaro e di San Maurizio) di già esistevano,
e fu il duca Emanuele Filiberto di Savoia “Testa
di Ferro” (1528-1580) a volerne quanto sopra.
L’Ordine di San Maurizio sorse per opera del duca Amedeo VIII di Savoia “il Pacifico” (1383-1451), il quale, ritiratosi dagli
affari dello Stato, andò a vivere, come un anacoreta, nel monastero di Ripaglia
(fr. “Ripaille” presso
Thonon-les-Bains) sul Lago Lemano e fondò un Ordine Cavalleresco che assunse il
nome di San Maurizio, patrono della Casa Sabauda.
Esso non aveva alcun carattere ufficiale, e, nei primi anni, fu
semplicemente detto “Militia Sancti
Mauritii”.
Codesto Santo godeva di un culto speciale nella Savoia e da tempo si era anche
radicato nelle vicende sabaude medesime.
Fin dal secolo XIII, infatti, la Dinastia batteva moneta in San Maurizio
d’Agauno, tanto che erano dette monete mauriziane. Inoltre il conte Amedeo VI
di Savoia “il Conte Verde” (1334-1383) usò un’insegna di guerra e di
devozione, accanto ad altre, recante l’effigie del Santo (si narra che Maurizio,
bella figura di soldato e di martire, capitano della Legione Tebea il 22
settembre 286 d. C., nella stretta pianura di Agauno e di Ternide, sotto l’imperatore
Massimiliano, si immolò con la sua legione per il trionfo della fede di
Cristo).
Anche al tempo del duca Amedeo VIII si fece riferimento a San Maurizio, e
ciò nel grido di guerra delle genti sabaude: «Saint Maurice, Savoie ou Bonne Nouvelle». Mentre nel testamento del
detto Duca si legge: «[…] servire Dio
nella vita regolare e claustrale, nel rinunciare al fasto mondano, […]
nell’aiutare lo Stato con il consiglio, nelle difficoltà politiche». Praticamente
vi era il desiderio che i suoi successori si interessassero all’Ordine che, tra
l’altro, non aveva ricevuto alcuna conferma da parte dell’autorità religiosa.
L’Ordine,
invece, di San Lazzaro di Gerusalemme,
il più antico dei due, cavalleresco e militare di Terra Santa, era
essenzialmente a carattere ospedaliero.
Le sue
origini non sono ben note, ma le si riportano, senza dubbio, alla I Crociata (1096-1099),
quella comandata da Goffredo di Buglione (Godefroy de Bouillon), sotto il regno di Baldovino I di
Gerusalemme [1058(?)-1118].
Si chiamò di
San Lazzaro, dal nome del mendico, pieno di piaghe, il quale aspettava
l’elemosina alla porta del ricco Epulone (Lc. 16, 19-31) o dal nome del
fratello di Marta, resuscitato da Gesù (Gv. 11, 1-44), che, secondo una
leggenda francese e quindi alcun senza fondamento storico, lo si volle Vescovo
di Marsiglia (Sec. XI). Ma tutto ciò probabilmente deriva da una confusione
storica di codesto Lazzaro ed un omonimo vescovo di Aix.
Quest’ordine, sotto la protezione e l’aiuto dei Sommi Pontefici, sin dal
1227, venne creato al fine di curare gli affetti dalla lebbra, male endemico e
pericoloso. Ed inoltre ebbe lo scopo di aiutare i pellegrini e di difendere i
luoghi Santi.
Fu approvato (1257) dal papa Alessandro IV (Rinaldo dei Conti di Segni,
1254-1261) che lo pose sotto la regola di Sant’Agostino.
Caduta (1291) San Giovanni d’Acri, i membri dell’Ordine di San Lazzaro si
trasferirono in Europa e fondarono ospedali e lazzaretti.
Per svariate divergenze interne all’Ordine, il papa San Pio V [Antonio Michele Ghisleri
(nato nel 1504), 1566-1572] cedette alle pressioni del cancelliere Carlo
Cicogna (13 gennaio 1571), il quale
rinunciò a detto titolo in favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia.
A questo punto,
praticamente, egli aveva due ordini caduti – come si dice - “in somno” (quello di San Maurizio non
era stato più concesso dal morte del duca Amedeo VIII) e pensò, dopo la grande
e morale vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), di
unificarli, e ciò come fece anche il Granduca di Toscana, Cosimo I de’ Medici
(1519-1574), creando l’Insigne Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e
Martire {con la Bolla Pontificia “His
quae” del giorno 1 febbraio 1562 del papa Pio IV [Giovanni Angelo Medici
(nato nel 1499), 1559-1565]}.
L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro nasce ufficialmente
con le Bolle Pontificie “Christiani Populi” e “Pro Commissa Nobis”,
sottoscritte dal papa Gregorio XIII [Ugo Boncompagni (nato nel 1502),
1572-1585], rispettivamente il 16 settembre 1572 ed il 13 novembre 1572, 440
anni or sono, con le quali si davano disposizioni per ripristinare l'Ordine Militare Religioso di San Maurizio
ponendolo sotto la Regola di San Benedetto della Congregazione Cistercense
prima, e di quella di Sant’Agostino poi, e fondendolo “de jure” con l’Ordine
Ospitaliero Gerosolimitano di San Lazzaro di Gerusalemme, uno dei
quattro più antichi Ordini Crociati (gli altri erano quelli dei Cavalieri di
San Giovanni, i Templari ed i Cavalieri Teutonici) risalente, come abbiamo
visto, alle prime Crociate in Terra Santa
e per qualche tempo con giurisdizione anche sui Cavalieri di San Giovanni (l’attuale
Sovrano Militare Ordine di Malta).
Il secondo documento papale (13 novembre 1572) stabiliva
altresì che il Duca di Savoia ed i suoi legittimi successori sarebbero stati Gran
Maestri del nuovo Ordine ed avrebbero avuto la facoltà di emanare statuti e
costituzioni.
In
quella stessa occasione venne concessa la nuova insegna della Milizia, con
l’utilizzo della croce verde, antico simbolo dei Cavalieri di San Lazzaro, e della
croce bianca trilobata dell’Ordine di San Maurizio. Croci che furono sovrapposte, come lo sono attualmente.
E
non si trattava di un’unione a soli fini estintivi, ma di una forte sinergia di
“realeaeque principalis” per cui i due Ordini originari riunivano
insieme finalità e patrimoni integrandosi reciprocamente.
Le sue finalità principali
sulle quali acquisì grandi benemerenze sino ai nostri giorni, furono la difesa
della fede, le opere di carità in soccorso ai bisognosi e di assistenza agli
infermi.
Praticamente la funzione
iniziale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro era molto simile a quella
dell’Ordine di Malta. Infatti anche nel Mauriziano si avevano cavalieri frati
professi dei tre voti tradizionali (obbedienza, castità e povertà) ed occorreva
produrre le prove di nobiltà al fine di accedere all’Ordine medesimo.
Gli
ammessi nell’Ordine, tutti giovani di buona famiglia, erano, come si è detto,
obbligati ai voti di povertà, obbedienza e castità coniugale, dovevano
combattere per la fede cattolica e potevano prendere una sola moglie ma solo
dopo un noviziato di almeno cinque anni in Convento.
Nel
caso fossero rimasti vedovi, era per loro vietato sposarsi nuovamente ed
avevano l’obbligo di far professione di fede. Dovevano digiunare il venerdì ed
il sabato di ogni settimana, portare la Croce dell’Ordine per tutta la vita e
recitare solennemente alcune particolari preghiere quotidiane.
L’Ordine visse periodi di
fulgore e di gloria a seguito di cospicui lasciti e donazioni.
La bufera rivoluzionaria francese soppresse ogni attività dell’Ordine in Piemonte, nazionalizzandone i beni e bruciandone gli archivi sotto i c. d. “alberi della libertà”. Ciononostante l’istituzione cavalleresca continuò normalmente ad operare in Sardegna, ove si era trasferita la Corte Sabauda.
La bufera rivoluzionaria francese soppresse ogni attività dell’Ordine in Piemonte, nazionalizzandone i beni e bruciandone gli archivi sotto i c. d. “alberi della libertà”. Ciononostante l’istituzione cavalleresca continuò normalmente ad operare in Sardegna, ove si era trasferita la Corte Sabauda.
Ma
dopo il Congresso di Vienna (1814-15) e la c. d. Restaurazione, l’Ordine
Mauriziano ebbe nuovamente le sue funzioni.
Nel
1851, l’Ordine ha una svolta storica.
Infatti
il Re Vittorio Emanuele II (1820-1878) ne modificò (16 marzo) profondamente la
costituzione. Si abolirono le prove nobiliari e perse il suo carattere
religioso e militare. Divenne un ordine al merito, ma sempre dinastico. Fu,
quindi, diviso in cinque classi: cavaliere di gran croce, grand’ufficiale,
commendatore, ufficiale e cavaliere, e ciò per equiparare il nostro a quello
Militare di Savoia.
Fu
poi istituito il decreto di nomina sia di “motu
proprio”, sia che su proposta del governo.
Nonostante
l’opposizione del Vaticano, che ravvisò la propria giurisdizione sull’Ordine
Mauriziano, basata su carte diplomatiche che riconoscevano assoluta
indipendenza all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro come Ordine Religioso e
Militare, qualificandolo – la Santa Sede – come Ente Ecclesiastico di Diritto
Pubblico, la XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione
Repubblicana, al terzo comma, lo faceva suo mantenendolo come Ente Ospedaliero
e demandandone l’operatività ad una legge che venne promulgata quindici anni
dopo. Infatti, con la Legge 5 novembre 1962, n. 1596, i beni dell’Ordine Mauriziano vennero eretti
in Ente Ospedaliero, con compiti di istruzione, beneficenza e culto, posto
sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e sotto la diretta
vigilanza del Ministero degli Interni.
Una
prestigiosa ricompensa militare, tuttora concessa, fu quella che il Re Carlo
Alberto (1798-1849) istituì con Regio Decreto 19 luglio 1839 per l’Esercito: la
Medaglia d’Oro Mauriziana. Nasceva così, e ciò al fine di premiare dieci lustri
di eccellente condotta nelle Regie Armate, riservata ai soli ufficiali decorati
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ed emessa in due formati, Grande e
Piccola, a seconda del ruolo da Ufficiale Superiore od Inferiore rivestito dal
concessionario.
Nel
1924, parte di queste disposizioni vennero abrogate dal Re Vittorio Emanuele
III (1869-1947) che non volle più limitare la concessione della Medaglia ai
soli Cavalieri dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ma a tutti gli
Ufficiali delle Forze Armate.
La
Medaglia Mauriziana, personalizzata con il nome e cognome dell’insignito,
rimaneva nella proprietà del decorato e veniva sorretta da un nastro verde.
Tra
il 1955 ed il 1956 codesta decorazione venne fatta propria dall’ordinamento
militare Repubblicano, cambiò la denominazione in Medaglia Mauriziana al Merito
di dieci lustri di carriera militare e sarà assegnata anche ai Sottufficiali.
Giungiamo
quindi, in codesto “excursus” rapido,
incompleto e sintetico della storiografia dell’Ordine in parola, ai nostri
giorni, e cioè quando il Principe di Napoli e Duca di Savoia, Vittorio
Emanuele, XVII Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ha voluto
- con Suo magistrale “motu proprio” del
giorno 11 giugno 1985 – rivedere, modificare e rendere più moderni gli Statuti
dell’Ordine, e ciò in ottemperanza di un desiderio del Suo Augusto Genitore, il
Re d’Italia Umberto II di Savoia (1904-1983), il quale, il 30 settembre 1973,
volle presiedere ufficialmente ad una solenne celebrazione nell’Abbazia di
Saint Maurice d’Agaune, in Svizzera, per il quarto centenario della fondazione
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
I
nuovi statuti constano di ventinove (XXIX) articoli e tutelano tutta la
funzione dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Esso è retto dal Gran
Maestro che è il Capo della Casa di Savoia e da un Gran Magistero, il quale è
così composto: il Consiglio dell’Ordine, la Giunta Mauriziana, il Gran
Cancelliere, il Tesoriere Generale ed il Gran Priore.
Attualmente
l’Ordine è così diviso:
a)
per i cavalieri in cinque classi: cavalieri di gran croce decorati di gran
cordone, grandi ufficiali, commendatori, ufficiali e cavalieri;
b)
per le dame in tre classi: dame di gran croce decorate di gran cordone, dame di
commenda e dame (Statuti, art. 2).
In
casi particolari possono essere istituite, con Decreto Magistrale, delle
commende di giuspatronato onorario cui corrisponde il titolo di commendatori di
giuspatronato onorario (Statuti, art. 3).
La
tradizione dell’Ordine è rimasta invariata.
Al
riguardo ritorna alla mente quanto scritto negli Statuti dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro del 1608, come indirizzo di vita dei cavalieri mauriziani:
«Non essendo la vita dell’huomo che militia
sopra la terra come disse quel gran servo di Dio Job; oltre la militia che
averanno da essercitare per difesa, et esaltazione di santa Chiesa con
infedeli, et heretici, pensino d’avere continua pugna contra i nemici
invisibili della salute nostra, et contra i vity; et per esser più gagliardi,
non solo delle forze del corpo, ma di quelle dello spirito».
Esso
è e rimane nelle tradizioni della nostra storia patria che non possono fare a
meno di dimenticare la funzione fondamentale ed unificatrice che ebbe la Real
Casa di Savoia.
Quindi
nella complessa attuale e particolare realtà, l’Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro continua ancora la sua funzione e tradizione di vitalità storica ed il
suo elevato spirito caritativo.
come faccio a vedere i decorati di quest ordine? se potete rispondete a nano.male.fico@hotmail.it
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