NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 15 febbraio 2012

Il duce degli Ignoranti

dal blog del nostro amico Antonello Leone

Adriano Celentano è un miscuglio di contraddizioni politiche e morali con una sola grande costante: uno sclerotico carisma che lo porta a considerarsi la bocca della verità e l’unico vero rappresentante più che autorevole della coscienza civile della nostra nazione.
Non guardo da anni il Festival di Sanremo, perché ritengo che il mio intelletto ne possa fare a meno, non è certo affezionandomi ad un baraccone molto costoso in termini di tasse degli italiani, che io possa in qualche modo gratificarmi culturalmente come italiano. Quindi da molti anni ne faccio a meno, ma ciò non significa che sopportando la visione dei vari telegiornali io venga ugualmente a sapere cosa succede in quel petulante, volgare e populista carosello televisivo che si chiama Festival della Canzone Italiana. Così ho dovuto sopportare qualche secondo del monologo di Celentano, dove ho notato qualche simmetria linguistica con un certo Benito Mussolini. Mi riferisco ad un discorso che il Duce fece tra il 1908 e il 1910 in un teatro italiano, forse quello di Forlì, dove non disse cose troppo diverse da quelle dette dal Molleggiato. Con un’unica differenza: Mussolini fu fischiato e deriso, Celentano è stato applaudito e osannato. Ciò significa che la platea dell’Ariston (anziché teatro Ariston, dovrebbero chiamarlo teatro del Fascio) ha gradito il contenuto del monologo di Celentano, e quindi l’ha condiviso. Ha condiviso che in una repubblica democratica come la nostra, sia normale che qualcuno inviti la chiusura di giornali, soltanto perché quello che scrivono non ci piace, d’altronde chi se ne frega della libertà di stampa e d’informazione!!
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