NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 29 agosto 2021

La partecipazione di S.A.R la Principessa Maria Gabriella di Savoia



S.A.R. la Principessa Maria Gabriella di Savoia, invitata dalla Città di Fossano a partecipare allo scoprimento del Monumento del duca Carlo Emanuele II, nell'impossibilità di presenziare ha inviato al sindaco, Dario Tallone, al presidente della sezione locale dell'Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, Livio Bertaina, e al vice-presidente vicario del Gruppo Croce Bianca di Torino, Carlo Maria Braghero, un ampio vibrante Messaggio, da “Granatiere Onoraria” qual Ella è.

   Rammaricata di non poter partecipare di persona “ad un evento così importante per la memoria storica, fondamento dei valori civici e morali che ci uniscono”, la Principessa rievoca Carlo Emanuele II, succeduto nel 1638 al Padre, Vittorio Amedeo I, quando aveva appena quattro anni, e rimase a lungo sotto la tutela della Madre, la volitiva e sagace reggente, Madama Reale, che seppe imporsi anche ai cognati, il principe Tomaso di Carignano, suo avo diretto, e il cardinale Maurizio di Savoia.

  La Principessa ricorda che il duca gettò le basi dell'esercito permanente di pace, garante della sicurezza dello Stato, sempre insidiato dal potente Luigi XIV di Francia, il Re Sole. A tale scopo nel 1659 istituì le “Guardie del Palazzo”, dalle quali sorsero i Granatieri e infine gli statuari “Granatieri di Sardegna”, “sinonimo di disciplina, di unione tra il sovrano e i cittadini e di Fedeltà alla Patria nella buona e nella cattiva sorte”.

SAR aggiunge di avere due motivi di speciale gratitudine per l'invito che le è stato rivolto. Anzitutto l'apprezzamento per gli amministratori della Provincia Granda che conservano e arricchiscono i monumenti storici. È il caso del Castello degli Acaja, prodigiosamente eretto in soli otto anni, tra il 1324 e il 1332, per volere di Filippo di Acaja. Esso “fu abitato anche da Carlo Emanuele II con la madre, Cristina di Francia, tra il 1643 e il 1646. Oggi sede di una prestigiosa Biblioteca Civica, voluta dal classicista Giorgio Barbero, con la sua imponenza è punto di riferimento della cittadinanza e di un vasto territorio”.

  “In secondo luogo, precisa la Principessa al Sindaco, ho motivo di sentirmi tra voi tutti nell'omaggio al fondatore dei Granatieri perché nel 2004 mi vennero conferiti gli alamari di Granatiere a Torino, nel corso di una cerimonia voluta dal conte Alessandro Cremonte Pastorello, all'epoca vicepresidente della Consulta dei Senatori del Regno”.

  Dispiaciuta di non poter applaudire di persona le musiche che verranno eseguite dalla Banda Reggimentale dei Granatieri di Sardegna, la Principessa Maria Gabriella di Savoia confida che sovente ne ascolta le registrazioni conservate nella Fondazione Umberto II e Maria José a Ginevra.

 

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   Sono ben noti i profondi legami memoriali della Principessa con la Provincia Granda, le sue sette città, i suoi borghi. Ceduta la francofona nativa Savoia all'Impero di Napoleone III, che si spese per l’unità nazionale italiana, il Cuneese divenne la seconda “culla” della Casa. I suoi Castelli (da Racconigi a Valcasotto, in corso di recupero e rilancio all'attenzione universale) furono dimore abituali. Vittorio Emanuele III volle che a Racconigi nascesse il figlio Umberto, principe di Piemonte (15 settembre 1905), erede al trono.

   Nel Cuneese i Reali avevano rapporti diretti e spesso confidenziali con la popolazione, che non ne perse mai memoria. Nel referendum istituzionale del 2-3 giugno 1946 nella Granda la monarchia prevalse, come ad Asti, Bergamo e Padova, uniche quattro province per le quali essa era garanzia di continuità e stabilità.

  Non per caso le spoglie mortali di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena nel dicembre 2017 furono traslate da Alessandria d'Egitto e dal cimitero di Montpellier al Santuario di Vicoforte, cuore della Granda, come sin dal 2013 concesso dal Vescovo di Mondovì, mons. Luciano Pacomio. Artefice dell'impresa che sembrava impossibile fu proprio la Principessa Maria Gabriella che (si legge nell'“Annuario della nobiltà italiana, 2015-2020” curato  da Andrea Borella) nel luglio 2006 venne delegata dal principe Amedeo di Savoia, duca di Aosta, a orchestrare la cultura storico-artistica fedele alla Tradizione. Che è quanto ha fatto, fa e farà.

 

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