di Domenico Giglio, presidente del Circolo Rex
Il
turismo oggi è, quasi
ovunque, un elemento non
trascurabile di “entrate”
per cui bisogna
sfruttare le occasione che la storia o l’attualità ci propongono.
Ora per l’Austria, il 2016 è
il centenario della
morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe, mancato il 21
novembre 1916, dopo 68
anni di regno. Perciò
a Vienna sono
state aperte quattro mostre, in
luoghi legati alla
figura dell’imperatore, cominciando
dallo splendido palazzo di Schonbrunn, con il suo parco e l’aereo porticato della “gloriette”, dove Francesco Giuseppe aveva vissuto,
in una
semplice cameretta, dopo essere
rimasto vedovo, e lavorato, ad
una modesta scrivania, fino all’ultimo giorno della
sua lunga vita, da
“primo” impiegato dell’ Impero, e dove, purtroppo, per lui, per
la sua Casata, e
per l’Europa tutta, aveva
firmato il 28
luglio 1914, la sciagurata
dichiarazione di guerra
alla Serbia. Grandi motivi
di celebrazione non
vi sarebbero stati, ma
l’attrattiva data dalla figura
ben nota di
questo vecchio signore,
ancora alto, anche se
leggermente incurvato, snello,
elegante nelle vecchie colorate divise dell’esercito asburgico, hanno appunto dato
motivo a queste mostre che
hanno rafforzato il
ruolo turistico di
Vienna, già ricca di
attrazione dal Ring sul
quale si affacciano
i grandi e maestosi
palazzi del Parlamento , l’ Opera, il Rathaus, i
Musei, alla Hofburg, poi alle grandi
Chiese, al “Belvedere”, il palazzo del Principe
Eugenio di Savoia, una
delle più belle
ed eleganti residenze
principesche dell’Europa ed
infine al suo Danubio, che nella
memoria collettiva, è sempre “blu”.
Ma oltre alla mostre, per i
filatelici, vi è stata
l’emissione, ad agosto, di un
francobollo da 0,80, recante
l’effigie dell’ Imperatore, e le
semplici date “1830-1916”, il che è
significativo, in quanto l’Austria
è una repubblica
dal 1918 e
ricordare un Sovrano
della Casa degli
Asburgo è un
segno di sensibilità
storica e di
rispetto per il
passato, elementi
fondamentali della nostra
civiltà, che ha secoli
e secoli di vita
e dove, invece, la
cancellazione di parte
della storia, rivela complessi
di inferiorità, termine più
che benevolo per
non usarne altri. Ed
è, sempre filatelicamente ,
da notare come
nel 2014, le
poste austriache, abbiano ricordato , con l’emissione
di un bellissimo
“foglietto”, contenente due francobolli, uno con
l’effigie dell’Arciduca Ereditario,
Francesco Ferdinando, l’altro con
la effigie della
sua consorte “morganatica”, Sofia Chotek, il
loro assassinio a
Serajevo, il 28 giugno
1914, data tragica non
solo perl’imperoaustro-ungarico,
ma per
tutta l’Europa, essendo stata
la scintilla che
fece scoppiare la
Grande Guerra, o Prima
Guerra Mondiale.
I
confronti sono sempre
polemici, ma sono i
fatti che parlano. In
Italia le poste , salvo
nel 2002 la
Regina Elena, non hanno
mai ricordato né nel 1950, cinquantenario, né in
epoche successive, l’assassinio di
un suo Sovrano, Umberto I, né dopo
25 o 30
anni, la morte di
Umberto II, mancato nel
1983, né hanno mai
ricordato la prima
Regina d’Italia, Margherita di
Savoia, dal lontano 1926, data
della sua scomparsa, né
nel cinquantenario, né successivamente, anche quando
due anni fa
diversi circoli,
associazioni e comuni, avevano fatto
ufficiale richiesta al
competente ministero, di un
francobollo per il
novantesimo anniversario del
2016, come pure, quest’anno, ricorrendo
il settantacinquesimo anniversario
della morte in prigionia, a
Nairobi, del Duca Amedeo di
Savoia, malgrado la domanda
motivata, illustrante la nobile
figura di questo
principe, inviata da circoli
ed associazioni combattentistiche e d’arma, le poste non
hanno accolto la richiesta, dell’emissione di
un francobollo commemorativo, preferendo ricordare
altre persone ed
altri temi sui
quali il tacere
è bello .
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