Fino al 2 aprile, una mostra espone il patrimonio artistico di Carlo Emanuele I
La storia di questa mostra parte da
molto lontano, e precisamente dal 1580, quando al trono dei duchi di Savoia
salì Carlo Emanuele I detto "Il Grande", figlio di Emanuele Filiberto
di Savoia e di Margherita di Valois, figlia di Francesco I re di Francia.
Questi, una volta salito al trono, nel proseguire l'opera riformatrice avviata
dal padre, trasferì la capitale del regno sabaudo da Chambéry a Torino,
contribuendo a rendere questa città punto focale dello sviluppo artistico e
culturale italiano.
Carlo Emanuele I si dimostrò da
subito un regnante appassionato, un lettore vorace, un mecenate e un collezionista
spasmodico di opere d'Arte e di scienza. In oltre cinquant'anni di regno
trasformò il volto di Torino, rendendola una città in grado di competere per
corte e sfarzo con le altre capitali dei principati europei, e finanziando
pittori, scultori, letterati, scienziati e alchimisti.
Per valorizzare questo lascito,
raro e unico, i Musei Reali, il MIBACT, la Compagnia di San Paolo e la Consulta
per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e altri enti
cittadini hanno deciso di riunire per la prima volta opere provenienti da vari
musei - nazionali e non - al fine di mostrare le meraviglie di
quest'eccezionale collezione.
Allestita fino al 2 aprile alla
Galleria Sabauda e alla Biblioteca Reale, la mostra espone dipinti, acquerelli,
statue, ritratti, armi antiche, libri e curiosità che lasciano lo spettatore
affascinato e colpito dalla finezza e dalla chiara selezione e gusto artistico
e di passione che traspare dalla ricerca di una continuità stilistica e
storiografica.
Curata da Annamaria Bava, Anna
Pagella, con la collaborazione di Giovanni Saccani e Gabriella Pantò, "Le
Meraviglie di Casa Savoia" è una mostra che in sé contiene alcuni elementi
eccezionali e rari, come una curatela intelligente, una selezione di opere mai
riunite in un solo corpus, corredata da un fitto calendario di visite e
approfondimenti che mostra un lato della città sabauda ancora poco conosciuto o
ignorato.
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