Mozione della corrente di Sinistra Sociale al II Congresso Nazionale
del
Partito Nazionale Monarchico
IL II CONGRESSO NAZIONALE DEL PARTITO NAZIONALE MONARCHICO
AFFERMA
1) che il punto focale della situazione nazionale è
attualmente costituito non da problemi politici che possano risolversi sulla base
di blocchi, pregiudiziali, discriminazioni di carattere ideologico, ma dal
problema economico-sociale, la cui gravità si accresce progressivamente per
l'accrescersi della distanza tra le poche grandi ricchezze e la miseria estesa
ad una vastissima aliquota della Comunità nazionale, per lo scarso potere di
acquisto delle classi medie e popolari, per il prepotere - dietro lo schermo di
vantate necessità ideologiche, e di non confessate nè confessabili solidarietà
e compromissioni politiche - del grande capitalismo, spesso legato ad interessi
finanziari e politici stranieri, per la disordinata contraddittorietà e la sostanziale
nullità della politica economica e sociale sin qui menata dai Governi che si
sono succeduti in regime repubblicano, per la perdurante mancanza di qualsiasi
statuto sociale del popolo italiano, quale gli deriverebbe da una organica
legislazione sindacale;
2) che in tale gravissima situazione economico-sociale, come
nelle speculazioni propagandistiche e demagogiche cui essa offre facilissime e
numerosissime occasioni, è da ricercarsi la prima e principalissima causa del
progressivo dilatarsi dell'elettorato social-comunista, onde il problema dei
progressi del Comunismo in Italia è problema che non può risolversi se non
dopo, o almeno contemporaneamente, a quello posto dal prepotere capitalistico e
dalla necessità di infrenarlo, ed a risolvere il problema del Comunismo non
tanto possono valere restrizioni delle libertà democratiche e misure di polizia
- che anzi lo esasperano - quanto può e deve valere una direzione della Cosa
Pubblica che sia sollecita a risolvere i problemi economici e sociali pendenti,
ed a risolverli in spirito di solidarietà nazionale e di giustizia sociale,
pronta ad attuare le necessarie riforme di struttura così in alcuni settori
dell'amministrazione statale come nell'apparato produttivo della Nazione e
nelle leggi che lo regolano, ed aperta ad un leale operante colloquio con tutte
le categorie produttrici e lavoratrici, senza pregiudiziali classiste e
possibilmente al di fuori di qualsiasi interposizione di partiti politici e dei
loro particolaristici interessi;
3) che il PNM - fedele interprete delle tradizioni nazionali
e sociali della Monarchia risorgimentale di Casa Savoia, e geloso custode degli
interessi perenni e degli auspici futuri dell'Istituto Monarchico, i quali non
possono essere legati né a transeunti situazioni istituzionali né agli
interessi di classi e di forze economico sociali che già una volta lo
tradirono, e che non rispondono al comune interesse della Nazione - deve rivendicare
a se stesso, coraggiosamente ed energicamente, l'iniziativa politica e
legislativa di quella riconversione della vita economico-sociale della Comunità
nazionale italiana che risponde insieme alla obiettiva situazione di fatto - e
ad una urgenza di giustizia sociale e di solidarietà nazionale, e che può
tuttora venire effettuata, nella collaborazione di tutte le forze sanamente operanti,
su fondamenta nazionali, cristiane e popolari.
E PERTANTO AFFIDA AGLI ORGANI CHE IL CONGRESSO ELEGGERA' ALLA
RESPONSABILITA' DI GUIDARE IL PARTITO ED Al SUOI GRUPPI PARLAMENTARI IL PRECISO
MANDATO DI ATTUARE IL COMPITO COSI’RIVENDICATO Al. PNM IN NOME DELLA NAZIONE E
DELLA CAUSA, ASSUMENDO, CON LE CONSEGUENTI POSIZIONI POLITICHE E PARLAMENTARI,
UNA LINEA SOCIALE ED ECONOMICA LA QUALE CONDUCA:
Alla attuazione di una politica sociale decisa e realistica
che senza tergiversazioni né infingimenti, predisponga i mezzi ed i sistemi
necessari per effettuare una più equa ripartizione proporzionale del reddito (patrimoniale,
di lavoro, professionale) secondo funzioni, capacità e rendimento, attribuendo
così a ciascun partecipante alla Comunità nazionale la quota attribuibile a
seconda della sua funzione o posizione sociale di proprietario, di tecnico, di
professionista, di lavoratore, di indigente, di invalido, di vecchio, e così
che tale quota ,sia per ciascuno - e per ciascun nucleo familiare, non mai inferiore al minimo vitale necessario.
RIFORMA FISCALE
Pertanto:
A) Nella strutturazione del sistema fiscale occorre invertire
l'attuale situazione di preminenza tra imposte indirette e le dirette,
riservando il maggior gettito fiscale alla imposizione diretta, che colpisca i
redditi in scala progressiva, senza pero intaccare né il capitale da cui il
reddito deriva, né quelle quote di reddito delle quali si possa dimostrare l’utilizzazione
diretta in nuovi investimenti produttivi ed in una espansione
delle occasioni di lavoro. Nel
nuovo ordinamento della imposizione diretta occorre altresì riformare, oltre ai
metodi di accertamento che devono essere sempre ispirati alla lealtà tra
contribuente e Fisco, ed alle aliquote che devono essere realisticamente non
confiscatrici, la attuale proporzione, iniquamente squilibrata, tra l'imposizione
che colpisce i redditi dell'agricoltura - esosamente chiamati a sopportare un
- carico confiscatore - e quella che dovrebbe colpire i redditi degli affari
finanziari ed i redditi industriali, conservando, anche a questo scopo, la
nominatività dei titoli azionari. Nella riduzione della imposizione indiretta,
occorre (provvedendo a concedere un'altra area fiscale ai Comuni ed a
concederne una alle Provincie per l'assolvimento dei loro compiti) avere soprattutto
di mira la riduzione delle imposte di consumo, e l'abolizione di quelle tra
esse che gravano sui consumi popolari più diffusi insieme che su prodotti
fondamentali della nostra economia agricola o artigiana. Gli stessi problemi si
pongono per l’IGE.
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