NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 28 gennaio 2016

La Sinistra Sociale Monarchica II parte

di Pasquale Pennisi

Sostanza della crisi e sua origine

E' questo, nella politica italiana, un momento strano per i suoi aspetti contraddittori: apparentemente esso è completamente statico, ed il Gabinetto Scelba - Saragat sembrerebbe dover durare relativamente a lungo, laddove dura soltanto per forza di inerzia, cioè perchè nessun’altra soluzione è pronta per sostituirlo; si qualifica, d'altro canto, questo momento, come estremamente fluido, cioè aperto a tutte le possibilità di evoluzione e di mutamento, anche alle più impensate, e per questa sua fluidità depongono la mobilità dei risultati elettorali parziali, i movimenti sotterranei e le crisi nascoste all'interno di quasi tutti i partiti e particolarmente di quello di maggioranza relativa, la generica insoddisfazione dell'opinione pubblica. In realtà, siamo in una situazione di crisi grave, ed assai complessa, e la complessità sua - come le incertezze e le differenti apparenze delle quali ora si è detto - derivano dalla molteplicità degli interessi, dei sentimenti, delle insoddisfazioni e delle paure, dal loro intrecciarsi spesso confuso e irrazionale, dalla mancanza di coraggio - comune quasi a tutti, almeno al di qua della linea di demarcazione tra l'Estrema Sinistra e gli altri settori politici nel prendere la situazione, come suol dirsi « di petto ».

«Prendere di petto» la situazione, cioè riconoscere e denunciare la reale sostanza della crisi di oggi significa riconoscere e denunciare lo scandimento di attualità di tutti o quasi i miti ideologici così i quali dal 1948 in qua i partiti politici giustificano e mascherano se stessi, mascherando in pari tempo la situazione politica generale, e rendendola di più in più priva di giustificazione; significa riconoscere e denunciare come dichiara la nostra mozione - che il punto focale della situazione nazionale è attualmente costituito non da problemi politici, ma dal problema economico-sociale, la cui gravità si accresce progressivamente per l'accrescersi della distanza tra le poche grandi ricchezze e la miseria estesa ed una vastissima aliquota della Comunità nazionale. Cioè, a dirla spiccia: la crisi è dovuta al fatto che la situazione politica è precipitata in una situazione - già attuale; ma ancor più gravemente potenziale - di lotta di classe, e che, a trarnela, non bastano, ed anzi sono di ostacolo, gli scaduti miti ideologici con i quali i partiti si mascherano e mascherano, per loro interessi particolaristici, la realtà della situazione. Né il riconoscere ed il denunciare che oggi la situazione politica è precipitata in una situazione di lotta di classe significa essere classisti o accettare comunque una impostazione marxista del problema Significa soltanto riconoscere un dato di fatto, così come diagnosticare che un uomo è ammalato non significa accettare una impostazione teoretica secondo la quale gli uomini, o quell'uomo, debbano essere necessariamente malati. Ché anzi, avere la chiarezza ed il coraggio della diagnosi è la prima cosa da fare per avere poi le possibilità della cura e della guarigione. Perciò noi, antimarxisti per impegno morale e per convinzione dottrinale, non esitiamo a riconoscere che oggi la situazione politica italiana è di fatto una situazione di lotta di classe; perché bisogna muovere dal riconoscimento e dalla denuncia di questo precipitare della situazione per poternela trarre fuori.

Il vuoto della Monarchia

Che questo precipitare della situazione dovesse pressoché fatalmente avvenire noi monarchici - o, almeno una parte di noi - lo avevamo presentito e previsto sin dagli anni - ormai lontani, ed a torto dimenticati - della maggior vivacità della polemica istituzionale, prima della battaglia elettorale per il referendum.

Nè una simile, triste, previsione era difficile da      farsi poiché il togliere di mezzo dal giuoco delle forze politiche e dei contrastanti interessi la Monarchia    per     sostituirla con un Istituto del tutto dipendente dalle maggioranze parlamentari e quindi dal giuoco dei partiti e dai loro interessi, specialmente in un periodo di      gravissimo disagio economico e di impoverito vigore dello spirito nazionale per noi, e di giganteschi appetiti ed interessi internazionali (così politici come economici) altrui, non poteva condurre ad altro risultato.
La Repubblica in Italia, e nelle condizioni storiche interne ed internazionali nelle quali è sorta, non avrebbe potuto essere che o radicalmente   marxista , sino  a cadere preda della dittatura comunista del proletariato, oppure radicalmente reazionaria sino a cadere preda - sia pure con apparenti e dissolventi concessioni demagogiche nei campi che al nuovo padrone non avrebbero interessato - degli interessi capitalistici internazionali, sia pure mascherati da interessi democratici o liberali o nazionali.

Tolto l'ago trascendente della bilancia costituzionale e il depositario storico e morale della tradizione unitaria e nazionale - quale è la Monarchia - e tutto lasciato senza possibilità di superiori ed imparziali mediazioni alla lotta e agli interessi dei partiti - i quali sono, per loro natura, macchine dai costi di produzione altissimi - era fatale che su di essi si ponessero e dietro di essi si nascondessero, manovrandoli, i più cospicui e più oscuri interessi del capitalismo internazionale.

A questo siamo: da una parte le forze della rivoluzione marxistico - proletaria; dall'altra le forze della reazione capitalistica rappresentate dal Quadripartito, che proprio per questo è così facile da tener insieme e da ricomporre ad ogni minaccia di sfaldamento, malgrado il suo permanente atto di molteplice contraddittorietà ideologica e di avanzata consunzione politica. La forze capitalistiche solidamente agganciate alle pattuglie dirigenziali socialdemocratiche, liberali e storico - repubblicane, dominano ancora dall'esterno e dall'interno il complesso corpus democristiano malgrado l'acuta intelligenza di alcune delle sue punte e la crescente insofferenza di notevole parte della sua base. Questa, originata dall'improvvisa e antistorica instaurazione della Repubblica, la situazione politica italiana; questa la gravissima crisi che pervade la Comunità nazionale italiana.

In mezzo c'è il vuoto: il vuoto dello spazio morale dove prima era la Monarchia e, con la Monarchia, il sentimento comune e superiore della Patria e la coscienza operante della unità della Nazione: quel sentimento e quella coscienza che fanno eguali ed uniti i cittadini quali che siano le loro particolari e legittime posizioni ideologiche o di classe; quello che vieta alla Maggioranza di identificare se stessa ed il Governo con lo Stato e, peggio, con la Nazione, e che vieta all'Opposizione di identificare necessariamente se stessa con la sovversione. Né a riempire questo vuoto basta il sentimento dello Stato e la reintegrazione della sua autorità, che l’autorità dello Stato - quando non poggi su quella operante coscienza dell'unitarietà della Nazione di cui or ora si è detto - altro non è che strumento poliziesco e fiscale della prepotenza delle forze che hanno avuto in sorte, dal gioco elettorale, non la responsabilità (che esse, senza quella coscienza unitaria nazionale, non possono sentire) di esercitare la funzione di governo, ma il privilegio di detenerla.


A riempire questo vuoto della Patria, risuscitando in tutti - ma prima che in ogni altro in noi stessi il sentimento unitario della Nazione al di sopra di ogni discriminazione, siamo chiamati noi monarchici. Se non lo facessimo, vanamente eserciteremmo la nostra azione politica, e la pretesa di interpretare e di continuare la tradizione della Monarchia altro non sarebbe che velleitaria illusione, o, peggio, maschera anch'essa di speculazione politica non differente da quel che sono altre ideologie per altri partiti. Poiché questo non vogliamo noi della Sinistra Sociale del P.N.M. prendiamo queste posizioni.

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