NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 9 agosto 2014

VITTORIE DI PIRRO


Dopo  la  prima  approvazione  da  parte  del  Senato  della  sua  soppressione  (suicidio  assistito), e  sostituzione  con  un  mostriciattolo  rachitico  che  ne  conserva   unicamente  il  nome, da  parte  di  Berlusconi  abbiamo  avuto  dichiarazioni  di  orgoglio  per  il  risultato  ottenuto  “perché  senza  di  noi (Forza  Italia) non  c’ è  maggioranza“ per  le  riforme. Effettivamente  l’affermazione  è  formalmente  esatta, ma  nel  caso  specifico  del  Senato, a  Berlusconi  è  sfuggito  il  fatto  che  questa  attuale maggioranza  è  dovuta  proprio  all’esistenza  di  un  Senato  elettivo, per  di  più  con  una  legge  elettorale  diversa  da  quella  della  Camera  dei  Deputati, il  che  ha  portato  nelle  elezioni   del   2013  ad  una  Camera  con  maggioranza  blindata  del  partito  democratico  e  ad  un  Senato  dove  lo  schieramento  di  centrodestra  diventava  determinante. Da  questo  dato  numerico  è  venuto  per  necessità  mal  digerita  dal   partito  democratico, prima  il  governo  Letta, con  ministri  del  Popolo  della  Libertà,  e  poi   l’attuale  governo  Renzi  con  ministri  del  Nuovo  Centro  Destra, costola  del   Popolo  della  Libertà, affossato  dal  Berlusconi  a  favore  della  resurrezione  del  vecchio  nome  originale  di  Forza  Italia.

Per  un  politico  avveduto, il  che  non  è  il  caso  di  Berlusconi  e  dei  suoi  consiglieri, questa  riforma, dà, al  giorno  d’oggi, la  possibilità  alla  sinistra, che  già  lo  detiene, di  perpetuare  a  tutti  i  livelli  il  suo  potere, cominciando  dalla  presidenza  della  repubblica, in  quanto, proprio  in  questo  caso  il  collegio  elettorale  che  dovrà  esprimere  il  successore  di  Napolitano, con  630  deputati  e  100   senatori, è  chiaramente  sbilanciato  a  favore  dei  deputati, non  essendo  stato  ridotto  il  numero  degli  stessi, come  giustamente  proposto  da  diversi  parlamentari  di  varia  estrazione, ma  bocciato  dalla  famosa  maggioranza  di  cui  si  gloria  il  Berlusconi, il  quale, evidentemente, pensa  di  essere  lui  ad  avere  la  maggioranza  del  voto  popolare  in  occasione   di  nuove  elezioni.
Su  quale  base  di  previsioni  e  di  sondaggi  non  sappiamo, visti  anche  i  risultati  delle  recenti  elezioni  Europee, perché  solo  riportando  a  votare  i  milioni  di  elettori  del  centrodestra, che  si  sono  astenuti, potrebbe  verificarsi  il  ribaltamento  degli  attuali  dati, ma  le  modifiche  costituzionali  raggiunte  sono  di  gradimento  di  questo  elettorato? In  quel  fondo  di  onesto  conservatorismo, che  di  massima  alberga  nell’elettore  di  centrodestra, la  pratica  abolizione  di  un   Senato  eletto , chiamato  un  tempo  “Camera  Alta”, anche  teorica  riserva  di  saggezza  sia  per  la  diversa  età  del  suo  elettorato  che  degli  eletti, la  abolizione  delle  Province, entità  storicamente  più  sentita  e  giustificata, e  non  delle  Regioni, a  molte  delle  quali  risalgono   i  documentati  dissesti  finanziari  e  morali  che  conosciamo, e  che  confermano  il  motivato  dissenso  che  nei  confronti  di  questo  nuovo  istituto  avevano, a  suo  tempo,  gli  elettori  liberali, monarchici  e  missini, possono  essere  motivi  validi  per  riportarli  alle  urne  ed  a  votare  uno  schieramento di  centrodestra, sia  pure  riunificato  e  non  diviso  polemicamente  come  oggi ?
Questi  sono  i  problemi  concreti  che  non  ci  sembra  siano  stati  valutati, insieme  con  quello  della  elezione  diretta  del  Capo  dello  Stato, tema  che  ritorna  periodicamente  ad  essere  riproposto  da  parte  di  esponenti  di  Forza  Italia, se  non  si  ha  in  mente  un  possibile  candidato  “candidabile “ che  abbia  possibilità  di  riuscita.

DOMENICO   GIGLIO

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