NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 3 giugno 2021

Il ruggito 2 giugno: il grande imbroglio



di  Leo Nodari

Nella giornata del 2 giugno 1946 si tenne in Italia il Referendum per scegliere tra Repubblica

 e Monarchia. Per la prima volta in Italia, votarono anche le donne.

I documenti storici raccontano che il pomeriggio del 4 giugno i carabinieri, a metà spoglio, comunicarono a Pio XII (chissà perchè solo a lui) che la Monarchia si avviava a vincere. Nella mattinata del 5 giugno, verso le 11,00, De Gasperi annuncia al Re Umberto II che la Monarchia ha vinto.  Il pomeriggio del 5 giugno sembra fatta: i rapporti dell’Arma dei Carabinieri, presente in tutti i seggi, segnalarono al Ministro degli Interni la vittoria della Monarchia. Il ministro Romita va dal Re Umberto II a portagli la notizia mentre lentamente schede e rapporti dei seggi arrivano a Roma.

Mentre Re Umberto II  – “Re di maggio” nominato re da solo 1 mese – poco esperto, amante delle donne, impacciato, malvisto dall’apparato dello Stato ancora fascista, prepara il pubblico annuncio, e la grande festa a Villa Ada, iniziarono una serie di manovre ancora non del tutto chiare. Nella notte tra il 5 ed il 6 giugno i risultati si capovolsero in favore della Repubblica con l’immissione di una valanga di 3 milioni di voti di dubbia provenienza.

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