NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 6 giugno 2021

Camillo Benso Conte di Cavour, 160° anniversario dalla morte: il ricordo dei Granatieri di Sardegna della Valsusa

Bellissimo articolo.




di GIANCARLO SIBILLE

SUSA – Cade il 6 giugno il 160° anniversario della morte di Camillo Benso Conte di Cavour. Nato a Torino il 10 agosto 1810, in rue de Jena (al numero 8 dell’attuale Via Cavour), secondogenito da antica famiglia nobiliare, è stato protagonista del Risorgimento nella veste di Capo del Governo del Regno di Sardegna e successivamente in quella di primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia. E’ storicamente considerato, con Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Mazzini, tra i principali artefici dell’Unità d’Italia. Grazie soprattutto all’intuizione del conte Camillo Benso di Cavour, tra la metà dell’800 e l’inizio del ‘900 il Piemonte fu all’avanguardia nella costruzione di linee ferroviarie, che collegarono la quasi totalità delle principali città, nonché gli stati confinanti. Il 14 giugno 1852 il parlamento subalpino approvò la costruzione della linea Torino – Susa ultimata nel corso di due soli anni e aperta al traffico il 22 maggio 1854.

IL CONFESSORE DI CAVOUR

Il Grande Tessitore dell’Unità d’Italia morì il 6 giugno 1861. La causa della morte fu un attacco di febbre, conseguenza della malaria contratta in gioventù nelle risaie di famiglia del vercellese. Le cure del suo medico non fecero effetto, e il 5 giugno fu chiamato al suo capezzale il suo amico fra Giacomo da Poirino. Le sue ultime parole furono “l’Italia è fatta, tutto è salvo”. 

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