NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 7 giugno 2021

A 160 anni dalla morte di Cavour – Distanze di sicurezza – Lettere

di Pier Franco Quaglieni

A 160 anni dalla morte di Cavour

Ancora oggi la figura del conte di Cavour non è percepita in modo adeguato . Fu molto popolare ai suoi tempi quando venne fatto oggetto di innumerevoli caricature raccolte in volume dal grande e dimenticato Enrico Gianeri (Gec), ma la storiografia fu disattenta o ingiusta verso il principale protagonista dell’unificazione d’Italia, morto neppure cinquantenne nel 1861 a pochi mesi dalla proclamazione del Regno, che la sua abilità politica e la sua lungimiranza avevano creato in appena un decennio. 




Cavour aveva imparato l’arte della politica e del buongoverno viaggiando in Francia, Inghilterra e Svizzera, si era presto liberato da una visione provinciale piemontese e aveva saputo con la guerra di Crimea porre all’Europa la questione italiana, inutilmente anche se nobilmente agitata da Mazzini e da Garibaldi. 

Insieme a Vittorio Emanuele II seppe realizzare le condizioni per la II Guerra per l’indipendenza del 1859, creando strade ferrate e un decollo industriale piemontese che rafforzò  il Regno di Sardegna. Era un uomo nutrito di liberalismo, senso dello Stato, fedeltà a Casa Savoia , un uomo aperto e spregiudicato, pronto al gioco d’azzardo Dedicò tutto se stesso alla Causa italiana, giungendo persino all’idea del suicidio, come evidenziò Narciso Nada storico di Cavour ingiustamente dimenticato. Seppe unire il realismo machiavelliano con una forte passione civile. 

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