Caro dottor Garibaldi,
l’articolo sulla
adesione al Patto Atlantico, sul numero di giugno della rivista, di Nico Perrone,
mette in luce le contrarietà di parte del mondo cattolico a questa scelta, come
nel caso dell’allora deputato democristiano Dossetti, che poi scelse la tonaca,
e del suo gruppo. Vorrei invece ricordare il fermo atteggiamento favorevole da parte
dei deputati del Partito Nazionale Monarchico, che si concretò in un importante
discorso del 16 marzo 1949 dell’onorevole Alfredo Covelli, capogruppo,che proprio
per le argomentazioni portate suscitò violente reazione da parte social
comunista, dove si distinse particolarmente Giancarlo Pajetta. Covelli, pur non
approvando in via generale l’operato del Governo, seppe distinguere tra la
politica generale e questa adesione che rientrava negli interessi dell’Italia,
che si vedeva accolta nel gruppo dei paesi occidentali, dove già si era reinserita
con la cobelligeranza in ben venti mesi di guerra, dal settembre 1943,
all’aprile 1945, anche se questo contributo era stato misconosciuto, se non
ignorato, in sede di Trattato di Pace del febbraio 1947. I monarchici, in
repubblica, anche dopo il discusso referendum, furono sempre attenti ai
problemi nazionali e favorevoli a qualsiasi cosa che giovasse all’Italia,
atteggiamento ben diverso da quello tenuto da Mazzini e dai repubblicani dopo l’Unità,
sempre pronti ad accusare la Monarchia, di tradimento del Risorgimento, e di
qualsiasi altro evento negativo, come se si trattasse di una Monarchia assoluta
e non, come era, di una Monarchia Costituzionale e Parlamentare.
Cordialmente
Dr. Ing. Domenico Giglio
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