Il Consiglio dei Ministri
prima della definitiva proclamazione della Corte di Cassazione afferma che
l’esercizio delle funzioni di Capo dello Stato spetta « ope legis» al
Presidente del Consiglio (notte del 13 giugno)
1) Dichiarazione del Consiglio
dei Ministri.
2) Dichiarazioni in
Consiglio dei Ministri: Nenni, Bracci, Corbino, De Gasperi. - Voto contrario di
Cattani.
3) Dichiarazione di Cattani.
4) Giudizio dell’Avvocato
Carlo Scialoia.
5) Fermento popolare a Napoli. Giudizio
dell’avv. Carlo Scialoia.
6) Fratture: determinazione
del «Comitato indipendentisti ».
7) Commento del « Times and
Tide ».
8) Il trapasso non fu
legale.
9) Quasi una metà del popolo
italiano per il Re.
Dichiarazione
del Consiglio dei Ministri (notte del 13 giugno 1946)
«Il Consiglio dei Ministri
riafferma che la proclamazione dei risultati del « referendum » fatta il 10
giugno dalla Corte di Cassazione nelle forme e nei termini dell'art. 17 del
D.L.L. 23 aprile 1946, n. 219 ha portato automaticamente alla instaurazione di
un regime transitorio durante il quale, fino a quando l'Assemblea Costituente
non abbia nominato il Capo provvisorio dello Stato, l'esercizio delle funzioni
di Capo dello Stato medesimo spetti « ope legis» al Presidente del Consiglio in
carica. Tale situazione costituzionale creata dalla volontà sovrana del popolo,
nelle forme previste dalla legge
luogotenenziale, non può considerarsi modificata dalla comunicazione odierna di
Umberto Il al Presidente del Consiglio.
Il Governo, sapendo di poter
contare sul senso di disciplina di tutti gli organi dello Stato, rinnova il suo
appello a tutti cittadini, perché nel momento attuale, decisivo per le sorti
del Paese all’interno e nei rapporti
internazionali, lo sorreggano concordemente con la loro vigile disciplina e col
loro patriottismo nel compito di assicurare la pacificazione e l’unità
nazionale».
Dichiarazioni
in Consiglio dei Ministri (1) Nenni, Bracci, Corbino, De Gasperi
Nenni: Tutto ora è chiaro;
conforme alla legge e alla volontà del popolo. Se per avventura l’ex Re non vi
si inchinasse, si porrebbe fuori legge; allora sarà più che giusto mettergli le
mani addosso». Qui è il nodo: i signori del Viminale si erano radunati quella
notte avendo tutto pronto per l’uso della forza. Se il Re non fosse partito
l’Italia sarebbe stata gettata nel sangue per opera di un gruppetto di faziosi!
Bracci: « La partita è decisa; Umberto non può più esercitare le funzioni di
Capo dello Stato. Noi riconosciamo solo il Presidente e lo annunciamo stasera
al popolo. Non è solo la nostra volontà, è la volontà della legge e del Paese. Nessuno
può disubbidirle, né il Savoia, né noi, né lo stesso Presidente. Al Presidente
spetta ora valersi dei poteri come meglio crede. Noi collaboreremo ». Corbino:
«In definitiva la questione riguarda la persona di De Gasperi. Vorrei sapere se
si rende conto della responsabilità che assume con questo o. del g.,
considerato che domani egli potrà apparire come un usurpatore ». De Gasperi: «
Se il Consiglio vuole così approviamo pure l'o. del giorno fermo restando però
che nessuno assumerà tali poteri ». Ognuno di noi si ritiene impegnato in tal
senso ». Al termine della riunione i ministri e lo stesso Presidente si
offrirono quasiia alla curiosi dei giornalisti; il più imprudente fu proprio De
Gasperi che, appena richiesto se intendesse assumere le funzioni di Capo dello
Stato rispose testualmente : « Che significa? Di fatto lo sono Capo dello
Stato! Se assumere significa prender possesso di qualche cosa che non si ha,
non ho nulla da assumere. In pratica ho il diritto di intervenire come Capo dello
Stato e, se sarà necessario firmare una legge, la firmerò ». Cattani vota
contro e chiede sia messa a verbale la motivazione « Perchè lo ritengo
pericoloso per la pace degli italiani».
Dichiarazione di Cattani in Consiglio
dei Ministri
« Mi risulta che alcuni
firmatari di ricorsi alla Cassazione sono stati arrestati. Questi metodi sono
inqualificabili, ed io chiedo immediati provvedimenti in favore della libertà
di pensiero e di azione».
Giudizio dell'Avv. Carlo
Scialoia sul comunicato del Governo
« lo penso, che si debba
decidere così: il Sovrano resta a Roma sino al ver detto. In giornata invia al
Governo una protesta scritta, sì da mettere il Consiglio in stato di accusa. Se
la cosa deve scoppiare, scoppierà su un estremo di legalità » (1) Da Storia
segreta. pag. 205.
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