NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 14 agosto 2017

La commemorazione del 1861

Lettere al Corriere della Sera
13 Agosto 2017
Leggo sui quotidiani che, a seguito della deliberazione di un organismo istituzionale, in Italia meridionale si è disposto di commemorare la data del 13 febbraio, corrispondente alla resa, nel 1861, della città di Gaeta. Questo mi induce a spendere qualche parola sulla scomparsa del regno delle «Due Sicilie» il primo della penisola per territorio e popolazione, l’unico, col Regno di Sardegna, ad avere un esercito regolare e una Marina militare. 
La fine del regno borbonico, avvenuta incredibilmente a opera di un pugno di uomini, è la storia di una decomposizione interna. La Monarchia fu incapace di adeguarsi alla evoluzione della società che governava e che era affascinata dai successi del «Piemonte» liberale. Mentre in Italia cambiava tutto, Ferdinando II e Francesco II restarono fedeli al paternalismo e all'alleanza con l’Austria: all’inizio della guerra (1859) Francesco respinse l’offerta di Cavour di entrare nel movimento liberale nazionale; nel giugno ‘59 non tenne conto della domanda di riconciliazione degli esuli, pronti ad appoggiare un’evoluzione liberale; dopo Villafranca lasciò cadere la possibilità di avvicinarsi alla Francia concedendo una Costituzione modellata su quella di Napoleone III; non fece cessioni allo spirito pubblico neanche con aperture all'autonomismo siciliano e alle richieste di autogoverno locale della borghesia meridionale. Si è detto che nella restaurazione del 1815 i sovrani ingessarono la politica; nel 1859-60 il Borbone la pietrificò. In Italia era avvenuta una trasformazione epocale, che aveva sconvolto antichi equilibri ed eccitato entusiasmi e aspettative: paragonabile, per la penisola, all’effetto in Europa della caduta del Muro di Berlino. 
Per loro fortuna e per merito dei patrioti meridionali le popolazioni dell’ex regno non rimasero schiacciate sotto le macerie del crollo. 
Avv. Prof. Gianni Marongiu
Studio Magnani Marongiu Dominici & amp; Associati

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