NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 3 luglio 2017

La monarchia, un desiderato ritorno: convegno a cura dell'UMI

Settantuno anni fa, il 2 giugno 1946, il popolo italiano decise attraverso il referendum che fosse giunto il tempo di passare alla forma istituzionale della Repubblica. Ma, dopo tutti questi anni, molti nostalgici non hanno mai dimenticato la monarchia, e molti ne desiderano il ritorno. A questo proposito, è rilevante l'iniziativa del Club Reale "Savoia" di Corato, appartenente all'Unione Monarchica Italiana, che ha organizzato nella serata di sabato 1° luglio un convegno dal titolo "Da Caporetto a Vittorio Veneto, la storia si ripete?" presso lo Sporting Club di Bisceglie.

Diversi ospiti sono intervenuti in merito al tema monarchico: ai saluti il Dott. Francesco Di Reda, Presidente dello Sporting Club di Bisceglie; Avv. Francesco Spina, Sindaco di Bisceglie; Rag. Oronzo Cassa, Segretario Nazionale Unione Monarchica Italiana. Il relatore è stato il Prof. Avv. Marco Grandi, storico; le conclusioni sono state affidate all'Avv. Alessandro Sacchi, Presidente Nazionale Unione Monarchica Italiana. Ha presentato e moderato l'incontro il giornalista Franco Tempesta. Al termine del convegno è stata organizzata una cena sociale presso il Ristorante "Profumi e Sapori" con la presenza della "New Orchestra" che ha presentato un "Omaggio ai grandi della musica italiana ed europea".

In un'intervista a cura della nostra redazione, il Presidente Nazionale U.M.I. Alessandro Sacchi ha sviscerato diverse tematiche trattate nel corso del convegno.

D- A settant'anni dal referendum del 2 giugno 1946, che decretò la nascita della Repubblica italiana, cosa vuol dire essere monarchici?

R- Bisogna partire da quella data per avere una fotografia di ciò che è stata la monarchia, ma il modello non è quello, bensì la monarchia come meccanismo costituzionale come esiste adesso in Europa; saremmo dei pazzi se proponessimo lo stesso modello di settant'anni fa. Trovo molto interessante, allo stato attuale, il funzionamento della monarchia in Europa: le più grandi democrazie parlamentari del pianeta sono le monarchie costituzionali europee. E' proprio questo il modello da cui bisogna ripartire: il re arbitro, terzo e imparziale, custode della libertà costituzionale e delle tradizioni, autentico interprete della nazionalità, territorialità, sovranità. Il popolo sovrano che si riconosce in un capo dello Stato terzo e imparziale: è questo che bisogna cercare di realizzare oggi in Italia.
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