
Tale decisione non può non inquadrarsi negli atteggiamenti di una certa "razza padrona" che si è impossessata della politica italiana, credendosi onnipotente ed inamovibile.
Tale scelta, approvata proprio nel centenario dell'entrata in guerra dell'Italia, nel primo conflitto mondiale, non tiene conto della figura del "Re soldato" , che portò all'unità della nostra Patria, assicurando all'Italia un legame, tuttora necessario, all'occidente più progredito ed allontanarla dalle varie "leghe arabe" che si vedono ormai all'orizzonte.
Si tratta di un atteggiamento meschino di una sorta di politici che, incapaci di risolvere i problemi del momento, (molto spesso creati da loro stessi, come la povertà diffusa, la disoccupazione, la disperazione economica, il dramma delle morti sul lavoro, una nuova pesante emigrazione) se la prendono, con un livore fuori luogo, con il passato, per non lasciare traccia di ricordi migliori del loro malgoverno.
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