NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 20 agosto 2016

CAPI DELLO STATO O CAPI DI UN PARTITO?

Domenico  Giglio

Barak Obama è stato eletto Presidente  degli  Stati  Uniti quale candidato del Partito  Democratico, ed è logico che speri che anche il prossimo presidente provenga dal suo partito, ma è in  ogni  caso rappresentante di tutti i cittadini statunitensi siano essi democratici o repubblicani o di qualsiasi altra ideologia o che non ne abbiano nessuna. E, infatti, dopo ogni elezione il candidato vincente dichiara che vuole essere il presidente di “tutti”, specie perché in tutte queste elezioni le maggioranze sono sempre minime e in questi stati, non solo gli USA, ma anche la Francia e molto recentemente l’Austria, l’elettorato appare diviso a metà, specie dopo campagne  elettorali sempre  più costose, come negli USA, e sempre  più violente e volgari nel linguaggio e nei metodi. 

Ora nel recente Convention del partito  democratico che ha visto la nomina a candidato ufficiale del partito della signora Hillary  Rhodam, maritata Clinton, il presidente Obama non si è limitato a inviare un messaggio di saluto, ma ha prima mandato come oratrice e sostenitrice di Hillary, la propria consorte, che non ha nessuna carica, ma solo il merito di essere la moglie del presidente, e poi è pesantemente intervenuto personalmente a  favore  della candidata senza che questo intervento di parte, cioè “partigiano”, suscitasse sdegno o scandalo. 
A questo punto mi sembra necessario e opportuno un riscontro: sono veramente capi e rappresentanti di tutti i cittadini questi eletti? Anche nel caso che invece   di repubblica  presidenziale si tratti di repubblica dove l’elezione  avvenga  indirettamente  con  il  voto  dei  deputati  o  altri  delegati   non  è  sempre   eletto   l’esponente  di  un  partito  o  di  uno  schieramento  politico  più  o  meno  ampio, che  non  dimentica  né  la  sua  origine  né  chi  l’ha  proposto  e  sorretto?
E  tutto  questo  in  entrambi  casi  porta  poi   a  nomine   negli  organismi  statali  da  parte  degli  eletti  non  certo  per  meriti  obiettivi, ma  di  parte, e  dove, specie  negli  USA  importanti  incarichi, ad  esempio, di  ambasciatori  sono  assegnati  come  compenso  per  l’appoggio  dato  al  candidato, risultato  vincente, quando  invece  sarebbe necessario  personale  appositamente istruito  e competente, com’è  stato, ad  esempio, senza  falsi  orgogli  nell’ultracentenaria  storia  d’Italia. 

Ben  diversa, infatti,  è  la  figura, il ruolo  e  il  significato  degli  ultimi, purtroppo  non  numerosi  Sovrani, che  invece  rappresentano  l’unità  del  popolo  e  dello  stato, nella  sua  storia  e  nelle  sue  tradizioni, e  che  esercitano  questo  ruolo  “super  parte”, in virtù  del  principio  ereditario  che  fa  dire  “è  morto  il  Re, o  la  Regina, viva  il  Re  o  la  Regina”, perché  se  negli  USA  l’eventuale  successo  della  signora  Clinton, significherebbe,  essere  la  stessa  prima  donna, dal  1789  e  dopo  quarantaquattro  presidenti, ad  assurgere  al  ruolo  presidenziale,  nelle  monarchie  le  donne  “regine”, esistono  da  migliaia  di  anni  dal mitico Didone, alla storica Zenobia  parlare  di  Elisabetta I  e  di Elisabetta  II, che  nel  suo  lungo  regno  ha  visto  l’alternarsi  di  decine  di  primi  ministri  conservatori  e  laburisti!
Quando  abbiamo  scritto  “purtroppo”, al numero  ridotto  di  monarchie  oggi  esistenti, pensavamo  a  tutti  gli  stati  in  Europa  e  in  altre  parti  del  mondo, dove la  caduta  di  questa  istituzione  millenaria  non  ha  visto  seguire  nessun  miglioramento  nella  vita  dei  popoli, cominciando  dall’impero  russo  che  si  stava  aprendo  alle  istituzioni  parlamentari ed  è  stato  sostituito  sanguinosamente  dal  regime  comunista, ai  regni  balcanici, Jugoslavia, Bulgaria  e  Romania, che  nel  1945  subirono  la  stessa  sorte, e  ora  restituiti  alla  libertà, pur  rimanendo  repubbliche, hanno  accolto  con  tutti  gli  onori  gli  esponenti  delle  dinastie, regnanti  a  suo  tempo, restituendo  alle  stesse  i  beni  confiscati, e  onorando i   loro  rappresentanti, sia  vivi  sia  morto, e, caso  Bulgaria  e  Romania, rimettendo  la  corona  nello  stemma  statale, e  se  non  è  avvenuta  una  restaurazione, la  stessa  non è  escluso  possa  avvenire in  futuro, perché  in  questi  paesi  non  esiste  nella  loro  costituzione  l’articolo  139! 
Non  parliamo  poi  delle  monarchie  extra  europee, dalla  Libia  del  Senusso, cui  seguì  Gheddafi  e  l’attuale  caos, l’Egitto  di  Farouk, cui  seguì  la  dittatura  anserina  e  l’attuale  di Al  Sissi, l’Iran  che  dallo  Scià  passò  a  Khomeini, poi  Khamenei, all’Ira  dove  la  dinastia  fu  massacrata, per  poi  avere  la  Kassel, Saddam  Hussein  e  l’attuale  caos, come  infine  accaduto  nell’Yemen! Gli unici paesi, l’impero  ottomano, dove  il  regime  susseguito, la  repubblica  laica  turca  di  Kamal  Pascià, Attuar, avevano  costituito  un  indubbio  progresso  civile. Economico e  sociale,  dopo  la  morte  del  suo  fondatore, non  ha  certo  visto  altri  miglioramenti !
Considerazioni  tutte  che  non  trovano  spazio  nella   pubblicistica  e  nella  stampa attuale, mentre  invece  andrebbero  approfondite, perché  se  la  storia  è  maestra  di  vita, cancellarla  impediscono  la  vera  crescita  culturale  e  politica  dei  popoli, con  i  risultati  che  sono  sotto  gli  occhi  di  tutti.

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