NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 29 dicembre 2015

Primo Carnera e il Re Umberto II

di Emilio del Bel Belluz

Un giorno Primo Carnera e sua  moglie si trovavano alla stazione ferroviaria di Venezia e da lì dovevano partire per Roma. La guerra non era ancora finita. Su un altro treno passava il principe  Umberto e si accorse che tra quella gente vi era il grande campione del mondo dei pesi massimi Primo Carnera. 
Il pugile emergeva con la sua figura imponente, era alto almeno due metri ed aveva un fisico da gladiatore. Il campione di Sequals, da qualche anno, aveva appeso i guantoni al chiodo, perché durante il periodo bellico non venivano organizzati incontri di boxe di grande rilievo. 
Dal  libro dedicato al pugile Primo Carnera “ Mio padre Primo Carnera “ ho tratto questo emozionante racconto scritto dalla figlia Maria Giovanna:” Il principe ha fatto fermare il treno ed è sceso per andargli a stringere la mano. Il futuro Re d’Italia a Carnera! 
La mamma era incinta di qualche mese. Con la presenza di spirito che la contraddistingueva  ha chiesto:“ Maestà, se nascerà un ragazzo ci permettete di chiamarlo Umberto?”. La risposta è stata:” Senz’altro, per me sarebbe un onore “. 
E’ stato un incontro consumatosi  in pochi attimi, ma di cui papà ci raccontava sempre con emozione. … “ Con i reali si è poi creato un legame affettivo duraturo, andato oltre il tramonto della Monarchia in Italia. Quando Umberto è nato la Casa Reale ha mandato in regalo un paio di guantini in pelle, con lo stemma dei Savoia, che la mamma ha conservato tanti  anni come ricordo. 
Abbiamo ricevuto telegrammi di Umberto II quando Giovanna Maria si è sposata e quando papà è morto. Inoltre, tanti anni dopo quell’incontro  alla stazione, l’ex Re ormai in esilio è capitato per un viaggio a Los Angeles. Sapeva che noi vivevamo lì, è venuto a trovarci e quando è entrato dalla porta la prima cosa che ha chiesto è stata: “Dove è il mio Umberto?”. Di quella promessa fatta dalla mamma  non si era dimenticato neppure lui”. Il 22 maggio 1967, nel momento in cui il campione ritornava in Italia gravemente ammalato, il Ministro Lucifero, per incarico del Re, gli scrisse una lettera molto commovente. 
“Caro Carnera, Sua Maestà il Re, che ricorda di avere avuto il piacere di incontrarla a Los Angeles nel novembre 1963, desidera farle giungere il suo saluto augurale, affettuoso e amichevole nel momento in cui ella torna in Patria. A lei che ha dato all’Italia per primo il massimo alloro mondiale e che è circondato dall’ammirazione e dalla simpatia di tutti, Sua Maestà si è compiaciuto darle la tangibile attestazione del Suo Alto apprezzamento e lei ne riceverà partecipazione ufficiale, mentre augura di cuore che le sue condizioni di salute si ristabiliscano completamente, nella quiete del paese natale. Il Re Umberto l’abbraccia bene augurando e saluta cordialmente la gentile signora Pina. Da me, che ho avuto pure la fortuna di incontrarla  a Los Angeles, voglia accogliere, con la gentile Consorte, gli auguri e i saluti migliori. 
Al Comm. Primo Carnera- Sequals- Udine. Falcone Lucifero.  

Credo che il Re abbia amato Primo, che per primo e unico, onorò l’Italia con la conquista di un titolo mondiale nelle categoria regina quella dei pesi massimi, e durante l’incontro molte bandiere Sabaude sventolavano prima e dopo il massimo trionfo. Alla fine del match, Primo alzò al cielo la bandiera Sabauda,  dando l’impressione di volerlo toccare. 
Alcuni anni fa, venne prodotto un ottimo film sulla vita di Carnera e nella scena per l’incontro per il titolo mondiale, vi erano delle bandiere sabaude, ma c’era pure una bandiera senza lo stemma che sventolava, e questa bandiera non aveva verità storica. Nessuno ha mai potuto togliere la gioia che Primo creò nella sua patria. 
Gli italiani residenti in  America avranno, di sicuro,  sventolato il tricolore del Re ed esposto delle proprie case la bandiera della loro patria lontana. La nostalgia per la propria terra lontana sarà stata mitigata dal successo del loro compaesano. 
Il Re Umberto stimava quel gigante dal cuore d’oro e dalle mani d’acciaio. Spesso mi capita di vedere delle ricostruzione  storiche dove volutamente si omette di collocare la bandiera del Re. Ho avuto occasione di sfogliare molti libri delle classi elementari degli anni cinquanta e quando ricordavano la terra d’Italia nella Grande Guerra veniva riportata la bandiera senza lo stemma Sabaudo. 
Non si deve accettare mai la verità mistificata  che gli storici hanno scritto con la penna rossa. Carnera quando tornò in Italia fu accolto da ali di folla. Solo un mese dopo, il 29 giugno 1967, a trentatré anni dalla conquista del titolo mondiale, il gigante si spense a Sequals, il paese dove era nato sessantun anni prima. 
Anche Re Umberto avrebbe  ardentemente sperato di poter morire nel Paese dove era nato, ma non gli fu mai permesso di tornare nella sua patria. Morendo pronunciò l’unica parola che aveva nel cuore e che rappresentava il suo ultimo desiderio :” Italia”.

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